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Comunicato stampa: abbandonata da piccolissima, lascia in eredità tutti i suoi beni al Comune di Padova, perché aiuti una bimba orfana negli studi
05/08/24
Tipo notizia
Comunicati stampa
Ultimo aggiornamento: 06/09/2024
Abbandonata da piccolissima e cresciuta grazie all’affiliazione, (un istituto giuridico cancellato nel 1983) a una famiglia di grande cuore e buona volontà, ma di limitate risorse economiche la signora A.F. nata a Padova nell’aprile del 1945 è riuscita con tenacia e impegno a studiare, a trovare un discreto impiego e a vivere serenamente fino all’età di 75 anni. Non si è sposata, i legami con la famiglia d’affiliazione si sono allentati anche per i decessi dei suoi membri e così nel tempo ha maturato il desiderio di fare qualcosa di concreto per aiutare i bambini che come lei hanno avuto un’infanzia molto difficile. Non avendo eredi, ha quindi pensato di vincolare tutti i suoi beni, dopo la morte, a questa finalità.
“Io sottoscritta A.F., nel pieno possesso delle mie facoltà mentali e fisiche, con questo mio testamento olografo dispongo quanto segue: tutto il mio patrimonio immobiliare, preziosi e liquidità monetaria e bancaria devono servire per una bimba orfana e sola a mantenere gli studi”. Era di sole tre righe il testamento di A.F. che l’avvocato Beatrice Piovan, in qualità di Curatore dell’eredità giacente, ha aperto dopo la morte della donna, avvenuta nel novembre del 2020. Le intenzioni erano chiarissime, ma il curatore, visto che la donna viveva sola e non aveva familiari conosciuti, ha dovuto fare una accurata e lunga ricerca per verificare che non ci fossero comunque eredi legittimi che potessero impugnare il testamento.
Conclusa questa fase, il Curatore, considerata la storia personale della signora, abbandonata in tenerissima età ed affiliata, ha ritenuto che la disposizione manifestasse la volontà della defunta di lasciare tutti i suoi beni a chi, minore abbandonato, si trovasse nelle sue stesse condizioni, privo di mezzi per studiare. Ha ritenuto anche che, in questo caso, potesse attribuirsi validità al testamento, ai sensi dell’art. 630 del Codice Civile.
Il Giudice delle Successioni ha, dunque, richiesto un parere pro veritate che il Curatore ha fatto redigere dal notaio Annalisa Lorenzetto Peserico, nel quale è stato individuato come erede il Comune di Padova. Alla luce di tale parere, il Giudice ha autorizzato la pubblicazione del testamento olografo redatto dalla signora A.F, informando preventivamente il Comune dell’esistenza della scheda testamentaria, al fine di valutare la disponibilità dell’Ente all’accettazione dell’eredità, con le finalità indicate.
L’eredità è costituita dall’appartamento all’Arcella dove la signora viveva, dalla giacenza sul conto corrente bancario e da alcuni titoli e gioielli custoditi dalla banca.
Tenuto conto che l'eredità consentirà al Comune di disporre di risorse aggiuntive, finalizzate al perseguimento di uno specifico fine di carattere socio-assistenziale compatibile con le competenze comunali, la Giunta comunale ha deciso di trasmettere, quanto prima, all'avvocato Piovan (in veste di Curatore di Eredità Giacente) una nota di accettazione dell'eredità, subordinata all’approvazione del Consiglio Comunale.
L’assessora al sociale Margherita Colonnello sottolinea: “Spesso il sociale è sinonimo di storie drammatiche che si interrompono o vengono colte nel loro momento acuto di difficoltà, senza poi che l’interesse pubblico si concentri sull’esito di una presa in carico. In questo caso siamo di fronte ad una storia conclusasi felicemente, partita sotto i peggiori degli auspici, la storia di una signora nata in una situazione di grande difficoltà e che ha trovato in una risposta di solidarietà del sociale e della comunità una opportunità per crescere e diventare quello che desiderava, una signora che avvicinandosi al termine della sua vita ha deciso di restituire quanto ha ricevuto nella forma più bella e generosa, pensando a chi avrebbe avuto le medesime difficoltà e a chi come lei ha il diritto di riscattarsi dalla sua situazione e avere nuove possibilità. E’ una storia che ci svela la parte meno raccontata del sociale, la parte delle storie che finiscono bene e che ci spronano ogni giorno a fare il lavoro che facciamo sperando che ci siano tante altre belle storie di solidarietà come questa”.