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Comunicato stampa: ricordati Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci nel 50° anniversario dell’omicidio per mano delle BR
17/06/24
Tipo notizia
Comunicati stampa
Ultimo aggiornamento: 18/07/2024
In occasione del 50° anniversario dall'assassinio delle prime vittime delle Brigate Rosse, il Comune di Padova ha commemorato ufficialmente, questa mattina Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci con la partecipazione dei figli Piero Mazzola e Silvia Giralucci.
A seguire il testo del discorso pronunciato dal sindaco Sergio Giordani.
“Saluto tutte le autorità presenti, i familiari di Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola, e i tanti cittadini che in questo lunedì di giugno hanno voluto essere qui per ricordare, a cinquanta anni di distanza, il brutale assassinio di questi due concittadini da parte delle Brigate Rosse. Un fatto tragico che ha segnato profondamente la nostra città, ma che è anche un passaggio importante nella storia recente della nostra Repubblica.
Il 17 giugno del 1974 era, come oggi, un lunedì, e possiamo immaginare che questa via, verso le 9,30 del mattino fosse più o meno come è adesso, con molti negozi chiusi per il riposo settimanale e poca gente ancora in giro. A quell’ora, un gruppo di brigatisti rossi fece irruzione nella sede padovana del Movimento Sociale Italiano, che si trovava nel palazzo qui al nostro fianco, e nel corso dell’assalto uccise brutalmente, Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola gli unici due militanti missini presenti in quel momento. Questo duplice omicidio, rivendicato il giorno successivo con una telefonata al Gazzettino, aprì di fatto quel periodo della nostra storia che oggi chiamiamo “gli anni di piombo” e che tanta violenza, dolore e paura portò nella nostra città anche negli anni successivi.
Prima di fare una riflessione su quel periodo storico, voglio stringermi attorno ai familiari di Graziano e Giuseppe, che ancora oggi, a cinquant’anni di distanza vivono quotidianamente sulla loro pelle il dolore di una tragedia che ha drammaticamente sconvolto la loro esistenza. Un dolore ed una perdita che nessun risarcimento, né morale né materiale potrà mai lenire. Cosa possiamo fare per loro? Innanzitutto far sentire la nostra sincera vicinanza, non farli sentire soli, soprattutto adesso che il tempo trascorso da quella tragedia si è dilatato. E poi, fare in modo che a fianco della ricostruzione storica e giudiziaria della vicenda, ci sia una comprensione delle ragioni che hanno portato, passo dopo passo a trasformare, il confronto politico, anche aspro in violenza insensata.
Comprendere la genesi di quella stagione è importante per evitare che si possa ripresentare in futuro. Non possiamo accettare che in nome di un’ideologia, la contrapposizione delle idee produca violenza.
Per evitarlo, oltre a conoscere e comprendere la storia, bisogno anche fare attenzione alla violenza delle parole, che credetemi non è meno pericolosa di quella fisica o armata. Questo non vuol dire limitare la libertà di espressione, vuol dire rispettare la libertà degli altri e riconoscere in chi la pensa diversamente da noi, un avversario, ma mai un nemico. La nostra città nei secoli si è contraddistinta per accoglienza e capacità di garantire a tutti la libera espressione del proprio pensiero. Una caratteristica che ne ha fatto e ne fa tuttora un laboratorio dove si è pensato e sperimentato il futuro del nostro Paese.
Sappiamo bene che per poter immaginare il futuro è fondamentale conoscere il passato che fa ha plasmato quello che siamo oggi. Anche per questo l’omicidio di Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola rimane un momento tragico ma importante per tutta la nostra comunità. Ricordiamoci di essere vigili e non trascurare qualsiasi segnale di un ritorno alla violenza. Chi non ricorda il passato è condannato a ripeterlo.
Teniamolo a mente tutti