Comunicato stampa: discorso del sindaco Sergio Giordani in occasione del 4 novembre 2023, Giorno dell’Unità nazionale e Giornata delle Forze Armate
"Porgo il mio saluto a tutte le autorità civili militari e religiose, ai rappresentanti delle associazioni dei combattenti e reduci, alle associazioni d’arma e a tutti i cittadini riuniti qui oggi per celebrare il 4 novembre, Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate.
E proprio alla periferia della nostra città, che allora era uno dei principali capisaldi dei Comandi Militari italiani, la guerra ebbe il suo epilogo con la firma a Villa Giusti dell’Armistizio che poneva fine al conflitto con l’Impero Austroungarico.
I territori di Trento e Trieste diventarono italiani e completarono il disegno risorgimentale di una Italia finalmente unita.
Un passaggio, quindi, fondamentale della nostra storia che ha avuto enormi ripercussioni sociali ed economiche per il nostro Paese.
Massimo d’Azeglio già nel 1896 aveva pronunciato la famosa frase “Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani” a sottolineare che alla raggiunta unità del Paese nel 1861, non corrispondeva una unità degli italiani.
La Grande Guerra, che ricordiamolo fu un conflitto di una durezza inaudita, contribuì ad accelerare quel processo di creazione di una identità nazionale, non più patrimonio di una elite di intellettuali, ma sentimento popolare.
Giovani provenienti da ogni parte d’Italia avevano combattuto fianco a fianco nelle trincee facendo nascere legami prima di allora impossibili ed evidenziando che le che cose che li accomunavano erano più di quelle che li dividevano.
Lo ho ricordato altre volte, il simbolo di questa identità collettiva è il treno che trasportò a Roma la salma del Milite Ignoto, che centinaia di migliaia di persone vollero omaggiare lungo il percorso nelle grandi stazioni come nei caselli di campagna.
Il 4 novembre 1921, terzo anniversario della fine della guerra la salma del Milite Ignoto fu collocata all’Altare della Patria, dove riposa tutt’ora.
4 novembre 1918 entrata in vigore dell’Armistizio, 4 novembre 1921 tumulazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria.
Il Giorno dell’Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate non avevano giorno migliore del 4 novembre per essere celebrati.
Oggi quindi ricordiamo doverosamente i caduti della Grande Guerra, provenienti da ogni angolo d’Italia, il loro sacrificio, l’importanza di quegli avvenimenti nella storia del nostro Paese.
Parallelamente a oltre un secolo di distanza, dobbiamo fare una riflessione sulla guerra, su tutte le guerre.
E se la nostra Costituzione, giustamente, assegna alle nostre Forze Armate il compito di difendere il nostro Paese e di tutelarne gli interessi, dobbiamo fare in modo che la guerra, le armi non siano mai più necessarie.
L’Italia rifiuta la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
E le nostre Forze Armate, come hanno dimostrato anche contribuendo alla soluzione di crisi internazionali con la partecipazione a missioni di pace e soccorso nell’ambito di interventi sotto l’egida dell’Unione Europea, della Nato e dell’Onu, sono le prime a credere in questa fondamentale affermazione.
La guerra, da qualunque parte la si guardi è in realtà una sconfitta: una sconfitta della ragione, una sconfitta della giustizia, una sconfitta della dignità delle persone.
Eppure nuvole nere in questi ultimi anni si addensano nei nostri cieli.
Prima l’aggressione da parte della Russia nei confronti di un paese sovrano e indipendente quale è l’Ucraina, ora una recrudescenza del conflitto israelo-palestinese corso da troppi anni che è ripreso con una violenza davvero inaudita.
A pagare il prezzo sono come sempre più spesso accade, ed anche questo è inaccettabile, i civili, uomini, donne, tanti bambini che sono utilizzati cinicamente, pedine di una strategia della violenza e della sopraffazione che non può trovare alcuna giustificazione in una macabra cronologia dei torti subiti e delle ragioni sostenute.
Questa strada è fine a sé stessa e porta solo ad ulteriore violenza e dolore.
Bisogna spezzare questa logica, nella quale la propaganda ci dice che dobbiamo decidere da che parte stare.
Noi stiamo dalla parte della Pace, l’unica parte che ha senso e che può costruire un futuro.
Vedo anche con preoccupazione l’acuirsi di azioni di razzismo che pensavamo tutti fossero chiuse nei libri di storia.
Guai a sottovalutare le stelle di David tracciate sui muri delle case di ebrei in Francia, o le pietre di inciampo bruciate a Roma.
Un conto sono le azioni e le scelte dei Governi e delle Organizzazioni politico-militari che è legittimo criticare o condannare, un conto sono i civili, donne, uomini, i bambini ebrei e palestinesi ai quali dobbiamo essere vicini senza distinzioni.
Due conflitti mondiali con tutto quello che hanno significato, evidentemente non sono ancora bastati per sconfiggere la guerra come strumento delle controversie tra i popoli.
La pace di cui il nostro Paese gode da quasi 80 anni è un bene prezioso che dobbiamo preservare con cura.
Lo si fa anche conoscendo la nostra storia, a partire dalle date fondative come è questo 4 novembre con tutti i suoi significati e conseguenze nella storia d’Italia
Mi auguro quindi che questa giornata sia quindi momento di memoria e ricordo, un’occasione per ringraziare e conoscere meglio le nostre Forze Armate ma sia anche un giorno di riflessione che tutti noi facciamo sulla fratellanza tra i popoli e sulla pace come bene supremo".