Comunicato stampa: il discorso dell'assessora Cristina Piva in occasione del "Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi"
"Autorità, signore, signori
Il 9 maggio di 45 anni fa l’attacco del terrorismo alla democrazia toccò uno dei suoi momenti più drammatici: riverso nel bagagliaio di una Renault rossa fu ritrovato il corpo di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse che, per sequestrarlo 55 giorni prima, non esitarono a uccidere tutti gli uomini della sua scorta.
Questa data è stata scelta come giorno per ricordare tutte le vittime del terrorismo, donne e uomini che hanno perso la vita negli anni più difficili della nostra democrazia.
Una stagione di violenza e sangue che adesso ci sembra lontana e che è costata la vita, secondo alcuni studiosi del fenomeno, a più di 350 persone, alle quali si aggiungono almeno un migliaio di feriti.
Donne e uomini delle forze dell’ordine, magistrati, sindacalisti, dirigenti d’aziende, giornalisti ma anche tanti semplici cittadini il cui unico torto fu di trovarsi nel luogo di uno dei numerosi attentati che sfregiarono il nostro Paese in quegli anni.
Pensando alle vittime del terrorismo, e a questa data, ci viene naturale ricordare gli opposti estremismi, la strategia della tensione, ma non dobbiamo dimenticare che al terrorismo è ricorsa in anni più recenti anche la mafia, anch’essa con l’obiettivo di intimidire e ricattare lo Stato. Gli attentati a Falcone e Borsellino, ma anche quelli a Firenze e a Milano avevano infatti lo stesso scopo.
E nel ricordare la violenza mafiosa, non possiamo oggi dimenticare che proprio il 9 maggio del 1978, Cosa Nostra uccideva in Sicilia Peppino Impastato, militante politico e giornalista che non si era lasciato intimidire e aveva continuato a denunciarne i crimini.
Padova purtroppo ha conosciuto da vicino quella stagione di violenza: ricordiamo l’assassinio di Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci, in via Zabarella, da parte delle Brigate Rosse, il giovane agente di Polizia Antonio Niedda, e naturalmente i Carabinieri Enea Codotto e Luigi Maronese uccisi da una cellula terroristica dei Nar sul Lungargine Scaricatore.
A tutte queste persone va oggi il nostro commosso ricordo.
Abbiamo saputo tenere testa a queste sfide criminali, senza tradire i principi di democrazia e giustizia che sono uno dei pilastri della nostra Repubblica.
Oggi questo tipo di attacco ai valori di libertà e uguaglianza del nostro Paese sembra più lontano, ma è necessario mantenere lo sguardo vigile, anche perché non si ripresentino le condizioni che ne hanno permesso in passato la nascita e la diffusione.
Il terrorismo oggi ha matrici e provenienze diverse, ma non per questo è meno pericoloso.
E per contrastarlo è necessario anche operare sul fronte delle relazioni internazionali disinnescando i conflitti che lo alimentano.
Oggi è un giorno dedicato alla memoria, al ricordo di queste persone la cui vita è stata stroncata da una violenza vigliacca.
Però questa giornata non deve diventare un retorico appuntamento, ma un momento in cui riprendiamo in mano i fili che hanno tessuto la nostra storia, un momento in cui li ripercorriamo affrontando i loro nodi senza paura perché è dalla conoscenza e dalla consapevolezza che giunge la capacità di non ripetere errori passati.
La scuola, un mondo che io conosco molto bene, deve parlare di questi anni della nostra storia recente, che non possono essere ignorati dalle generazioni più giovani.
Lo dico provocatoriamente: che senso ha raccontare ai nostri studenti delle guerre puniche e non dir nulla loro del rapimento e dell’omicidio di Aldo Moro, o della strage di piazza Fontana e della Stazione di Bologna?
Il messaggio, certo involontario, che passa è che questi fatti in fin dei conti non meritano qualche ora delle lezioni di storia.
Così condanniamo tanti ragazzi all’ignoranza e cancelliamo la memoria del sacrificio di queste donne e di questi uomini.
Donne e uomini, ognuno con la propria storia che vale la pena di conoscere e ricordare.
Ricordiamoli invece per sempre".
Cristina Piva