Comunicato stampa: presentazione del video We are Ucraine
È stato accolto e celebrato in Comune a Padova come un artista proprio della città, quale ormai è da qualche anno, il videomaker ucraino Matt Evans, al secolo Gennadii Kravchenko, in Italia dal 2014.
Ad invitarlo l’assessore alla cultura, Andrea Colasio: "Oggi qui non si parla di guerra, ma di amore, sentimenti, emozioni, evocando quello che sta accadendo, ma attraverso la poesia di quest’opera d’arte".
Con lui il console onorario di Ucraina per il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, il Trentino Alto Adige, Marco Toson, che con emozione ha omaggiato «La speranza ucraina racchiusa in pochi minuti di video. Un’immagine incredibile dell’attualità ucraina e della disperazione di un popolo che però non si arrende ed è pronto a rinascere».
Una visione acquatica che racconta una storia di speranza e pace sulle note di 1944, brano dell’artista ucraina Jamala che ha vinto l'Eurovision Song Contest a Stoccolma nel 2016, una musica ispirata alla storia della terra natia della cantante, aperta da una ninna nanna interpretata da Tetiana Aleksandrova che ricorda la madrepatria. E come una madre dalla quale nasce tutto, l’acqua termale di Y-40® rappresenta il mezzo di un racconto di crescita, consapevolezza di sé, costruzione del proprio futuro, dalla quale emergono i simboli ucraini, come lo stemma a tridente, la bandiera gialla e blu, le spighe di grano.
"Y-40® The Deep Joy - ha spiegato Boaretto - con questo nuovo progetto artistico si schiera a favore della pace, senza fare distinzioni tra le persone, ricordando che quello che sta accadendo è distante dall’arte, dallo sport e dalla meravigliosa cultura dell’Est europeo. Confidiamo in una rapida soluzione diplomatica, che smetta di usare la violenza sulle popolazioni".
Con lui Fabio Ferioli, tra i più grandi direttori della fotografia subacquea in Italia, prestatosi come assistente alla regia del giovane collega che ha svelato le sue tecniche di narrazione scenica per immagini: "È nato un pezzo d’arte, una magia pazzesca come quando nasce una bella sintonia tra le persone".
E proprio Jamala ha inviato il suo video saluto da una stanza d’albergo durante la sua fuga dall’Ucraina, tra Turchia e Spagna, con i figli, dovendo abbandonare il marito in Ucraina che non ha potuto lasciare il Paese. "Ho concesso liberamente il mio brano, 1944, per questa causa, e vi ringrazio per averlo reso parte di questo progetto. Sono grata a Matt, ma anche all’Italia per tenere alta l’attenzione su di noi. Ho scritto le parole di 1944 sette anni fa, eppure sembrano ora più che mai attuali":
Con loro anche due professioniste scappate proprio qualche giorno fa dal loro Paese, con l’inizio dei bombardamenti: la nota make up artist e hair designer Anastasia Mekheda, arrivata solo da qualche giorno con la figlia, i genitori, due cani e un gatto, che ha raccontato: "In Ucraina, avevo creato una mia professionalità nel mondo della bellezza insieme ad un marchio internazionale molto famoso. Quando sono scappata e ho raggiunto l’Italia mi è sembrato di non avere più nulla. Guardavo le mie mani e pensavo che mi erano rimaste solo quelle".
Situazione simile per la nota fotografa pubblicitaria Margarita Hanhalo, da Kyiv, città dove si è trasferita dopo essere stata costretta nel 2014 a lasciare Donetsk. Ora la fuga in Italia con la figlia, la madre ed il gatto, nell’attesa di tornare presto a casa. "La fotografia per me è una fonte di energia - ha spiegato. Probabilmente è per questo che ho iniziato le riprese non appena siamo arrivati a destinazione in Italia. Non so dove sarò tra un mese, non posso nemmeno essere sicuro di cosa succederà domani. Ma sono sicuro di una cosa: la fotocamera sarà nelle mie mani in qualsiasi circostanza".
Con l’occasione, Matt Evans ha presentato in anteprima anche il backstage del video realizzato, in collaborazione con Maksym Saledinov, un amico e collega che dall’Ucraina ha lavorato al progetto in questi giorni. "Finché lui montava le scene in collegamento con me da Odessa – ha spiegato Evans – io sentivo le sirene antiaeree e avevo i brividi. Lui, invece, per sentirsi più vicino a noi che giravamo in piscina, si è steso nella vasca da bagno a lavorare con il portatile in mano. Questo a dimostrazione che non siano solo le mie origini ad avermi spinto alla guida di questo progetto, ma anche il fatto che la mia famiglia e i miei amici siano lì, in balia degli eventi. Non potevo più restare dietro le quinte, ma dovevo esprimere tutto il bello della mia Ucraina mostrandolo al mondo, in un momento in cui la speranza sembra sospesa in una bolla, come in apnea. L’Ucraina vive in un loop storico dal quale fatica ad uscire".