Comunicato stampa: saluto del Sindaco in occasione dell’apertura delle cerimonie per gli 800 anni dell’Università di Padova e dell’insediamento della rettrice Daniela Mapelli
"Signore signori, gentili ospiti, buongiorno.
Porgo il mio saluto alla vicepresidente della Regione Veneto Elisa De Berti e al prefetto di Padova Raffaele Grassi e al vescovo di Padova Claudio Cipolla. Un saluto e un particolare ringraziamento per quanto realizzato in questi anni al rettore Rosario Rizzuto che oggi conclude il suo mandato.
Alla nuova rettrice Daniela Mapelli un grande saluto di benvenuto da parte non solo mia ma di tutta la città e un augurio per lo storico incarico che oggi assume.
Saluto anche i rappresentanti delle Università francesi della Sorbona e di Tolone e delle due storiche università di Bologna e Federico II di Napoli.
Non nascondo che parlare oggi qui in questa Aula Magna in occasione dell’ottavo centenario dell’Università di Padova e dell’insediamento della prima Rettrice in otto secoli di storia mi emoziona per davvero. Ottocento anni fa, l’Università di Padova è nata nel nome della libertà di insegnare e di imparare, e quindi di pensare e di divulgare con i propri scritti, idee e conoscenze nuove, senza eccessive limitazioni del potere, fosse esso religioso o civile.
Padova nel XIII e XIV secolo grazie, anche alla presenza dell’Università, divenne quella che oggi definiremmo come un polo attrattore delle migliori menti, e dei più grandi talenti del tempo. E anche se con la caduta della signoria Carrarese, all’inizio del 1400, questo splendore della città si appannò un poco, l’Università rimase un faro della cultura, sempre nel solco della libertà di pensiero, contribuendo in modo significativo alla definizione e all’affermazione del metodo scientifico moderno. Un percorso che non si è interrotto nei secoli, e che ha mantenuto un respiro internazionale, aperto a tutto il continente europeo. Noi ricordiamo, naturalmente Galileo Galilei, docente nella nostra Università per 18 anni, dal 1592 al 1604, fondamentali per i suoi studi, o Elena Cornaro Piscopia, prima donna al mondo a ottenere nel 1678 una laurea, sia pure in filosofia e non in teologia, come avrebbe voluto.
In quei due secoli, tra l’inzio del 1500 e la fine del 1600 accaddero molti altri fatti degni di nota: ne ricordo solo due, la realizzazione nel 1545 del primo Orto Botanico in Europa, creato per studiare le proprietà delle piante medicinali e, nel 1595 il Teatro Anatomico, il più antico del genere al mondo.
L’Università è sempre stata, ed è ancora oggi, un luogo dove il pensiero si crea libero, dove anche le idee che divergono dal pensiero corrente trovano spazio per essere analizzate, studiate e, se valide, sostenute. Ricordiamo sempre che l’Università di Padova è nata, 800 anni fa, perché chi la ha fondata dissentiva dalle idee correnti dell’epoca, e qui ha trovato un luogo libero, dove queste idee hanno potuto essere sviluppate ed espresse. Questo è un valore assoluto che ieri come oggi, e oggi come domani, sarà sempre lo spirito che anima l’Università e di conseguenza anche la nostra città.
Permettetemi adesso di riguardare questi 800 anni da un’altra prospettiva, quella della città. Cosa sarebbe oggi Padova, senza questi otto secoli di simbiosi con l’Università? Non lo possiamo dire con la certezza scientifica che quest’aula richiederebbe, ma possiamo certamente ipotizzare, che sarebbe una città più povera. Povera in senso culturale, ma anche in senso sociale ed economico.
L’Università, se mi passate l’iperbole, ha portato la globalizzazione nella nostra città, prima ancora che la globalizzazione esistesse come concetto. Pensiamo ai tanti professori e studenti che in questi secoli sono venuti a Padova per insegnare e studiare. Molti di loro poi sono rimasti in città, e se allora gli studi universitari coinvolgevano poche persone - solo nel 1600 il numero degli studenti supera per la prima volta il migliaio - dall’inizio del 900 i giovani che da tutta Italia sono venuti a Padova per studiare sono diventati tantissimi, decine di migliaia. Molti di loro sono diventati, a loro volta stimati docenti nel nostro ateneo, tantissimi altri hanno deciso, dopo la laurea, di costruire la propria vita lavorativa e familiare nella nostra città che li ha accolti, e gli accoglie ancora oggi, a braccia aperte.
L’Università oggi, ancora più che in passato, grazie anche alle importanti realizzazioni completate o avviate dall’amico Rosario Rizzuto è un magnete che attrae qui le menti più vivaci in campo culturale e scientifico, menti che a loro volta attraggono gli studenti migliori, i più curiosi e intraprendenti. Lo sviluppo dell'Ateneo è avvenuto con grande rispetto per la struttura della città, recuperandone in modo magistrale parti storiche non più utilizzate e trasformandola in un vero e proprio “campus diffuso” che non ha nulla da invidiare a tanti atenei d’oltre oceano.
Sono tante queste realizzazioni, ne ricordo solo due, il recupero dell’ex Ospedale Geriatrico, oggi Complesso universitario Beato Pellertino sede del Dipartimento di Studi linguistici e letterari e l’ex caserma Piave che diventerà a breve il nuovo Polo delle Scienze sociali ed economiche. Lo sguardo è già rivolto al futuro, alla ricerca, all’apertura al mondo sia per quanto riguarda il corpo docente, che gli studenti, e in un mondo in che corre come mai prima d’ora, si concentra sull’aggiornamento e sulla diversificazione della propria offerta formativa. Parallelamente, il nostro Ateneo, dialoga in modo importante e positivo con il territorio.
Basta pensare al continuo passaggio di conoscenze tecnologiche e scientifiche alle imprese, e al ruolo che la scuola di medicina ha nel trasferire in ambito clinico i tanti risultati dell’attività di ricerca. Tutto questo è adesso nelle mani della magnifica rettrice Daniela Mapelli, che da oggi guida l’Ateneo e al quale voglio nuovamente indirizzare i miei auguri e la mia stima.
Oggi lei è il simbolo della capacità dell’Università di Padova di guardare al domani, e di rompere schemi consolidati. Come Amministrazione, come Sindaco, non faremo mancare mai la nostra collaborazione, come sempre è stato in questi anni. Abbiamo, in ruoli diversi, una grande responsabilità verso la Padova di oggi, e quella di domani.
L’Università è la più grande “fabbrica” che abbiamo in città: produce scienza, cultura, conoscenza, libertà, materie prime preziose e fondamentali per costruire la nostra identità di donne e di uomini, il nostro futuro, la nostra comunità. Lavoreremo assieme, per valorizzare ancora di più questo patrimonio prezioso".
Il sindaco Sergio Giordani