Comunicato stampa: discorso del Sindaco alla commemorazione dell'11 settembre
"Porgo il mio saluto al Console per la stampa e la cultura degli Stati Uniti d’America Anthony Deaton e a tutte le autorità presenti.
Ritrovarsi oggi qui sotto questo monumento dedicato a tutte le vittime degli attentati dell’ 11 settembre 2001/ quelle morte nel crollo delle Torri Gemelle così come quelle perite negli altri due attacchi suicidi ha un significato particolare. Perché sono passati 20 anni da quei terribili avvenimenti che insanguinarono gli Stati Uniti e che per la loro ferocia fecero inorridire tutto il mondo ma anche perché nelle scorse settimane le truppe occidentali hanno lasciato l’Afghanistan nel quale sbarcarono già il 7 ottobre 2001, per eliminare il gruppo terroristico di Al Quaeda autore delle stragi e il regime che lo proteggeva.
E’ tempo di tracciare un bilancio delle enormi conseguenze che gli attentati dell’11 settembre hanno avuto a livello sia politico che militare coinvolgendo di fatto tutto il mondo. A distanza di 20 anni ho ancora negli occhi le terribili immagini degli uomini che precipitano dalle Torri Gemelle in fiamme e non posso non vedere una tragica similitudine con quelle dei giovani afghani che precipitano dai carrelli degli aerei in decollo dall’aeroporto di Kabul entrambi alla disperata ricerca di una via di fuga impossibile.
Dopo essere stati colpiti così duramente e vigliaccamente dai terroristi di Al Quaeda una risposta, anche militare era necessaria. Ma l’Afghanistan che abbiamo lasciato non è purtroppo quello che volevamo diventasse. Dobbiamo porci, onestamente, qualche domanda: abbiamo sconfitto il terrorismo di matrice islamica e offerto un’alternativa alle popolazioni dell’ Afghanistan, e a quelle degli altri paesi dell’area?
Ha avuto senso il sacrificio di tanti di soldati occidentali, tra cui i 54 militari italiani eroicamente caduti e gli oltre 700 feriti tra gli uomini del nostro contingente, così come gli oltre 200 mila civili che hanno perso la vita in quel paese? Si può davvero portare la democrazia con la guerra? Perché il ritorno dei Talebani alla guida di quel bellissimo e sfortunato Paese, ci riconsegna immagini e notizie che non avremmo più voluto vedere e sentire: attentati suicidi , esecuzioni sommarie di chi è solo sospettato di aver collaborato con gli occidentali, cancellazione di fatto di ogni libertà e, soprattutto per le donne, anche di ogni minimo diritto. A queste domande non ho una risposta assoluta, ma credo che ognuno di noi debba fare una riflessione.
In questo anniversario, indirizziamo un pensiero a tutte le vittime innocenti degli attentati dell’ 11 settembre, ma anche alle tante vittime e ai caduti che in questi 20 anni sono il frutto avvelenato di quelle stragi. Penso ai tanti soldati caduti, e tra questi molti italiani, ai cooperanti e ai giornalisti uccisi, alle migliaia di civili afgani, per noi senza un nome e un volto, morti in questi anni senza alcuna possibilità di salvezza. Anche loro sono indirettamente vittime dell’11 settembre e della violenza intesa come strumento per imporre le proprie idee. Può sembrare un’utopia, ma non ci dobbiamo arrendere all’idea che alla guerra e alla violenza non ci sia alternativa.
Possiamo e dobbiamo impegnarci tutti, anche in ricordo delle donne, degli uomini, dei bambini che commemoriamo oggi, perché le ragioni del dialogo, della tolleranza e della pace siano finalmente riconosciute universalmente. Sia questo il nostro auspicio, oggi, davanti a questo memoriale".
Sergio Giordani