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Comunicato stampa: “Seconde a nessuno”, in due anni 516 donne con background migratorio hanno beneficiato delle attività del progetto contro la violenza maschile
19/02/21
Tipo notizia
Comunicati stampa
Ultimo aggiornamento: 23/03/2021
Dopo due anni di intenso lavoro si è concluso "Seconde a nessuno", un progetto di contrasto alla violenza dedicato a donne con background migratorio di prima e seconda generazione e a donne titolari di protezione internazionale presenti nel territorio padovano. Tra i principali risultati ottenuti nei due anni di progetto: 14 formazioni, 4 video, 7 eventi, 100 operatori/operatrici della rete provinciale formati/e, 25 operatrici del centro antiviolenza coinvolte, oltre 100.000 persone raggiunte tramite i social media, 1 pubblicazione, 1 schema di protocollo, 1 sportello dedicato, 1.000 brochure informative multilingua distribuite, 11 donne con background migratorio formate, 10 mercati cittadini visitati dall’Empower-van.
Il progetto ha inoltre favorito la diffusione di una maggior consapevolezza sull’importante strumento del permesso di soggiorno per motivi di violenza domestica previsto dall’art. 18-bis del Testo unico immigrazione che rimaneva poco utilizzato nel nostro territorio. Poter riflettere sulle forme specifiche di violenza maschile di cui fanno esperienza le donne con background migratorio, così come approfondire i significati e le implicazioni operative di una presa in carico orientata all'autonomia e all'empowerment, sono stati passaggi fondamentali per poter ragionare insieme su come sviluppare e condividere strumenti, metodi e pratiche coerenti con un'ottica di genere.
Al di là delle attività realizzate, il progetto “Seconde a nessuno” ha contributo ad aprire nuove modalità di collaborazione con la rete delle realtà istituzionali e del privato sociale che si occupano di violenza maschile contro le donne e accoglienza di persone straniere nel territorio di Padova, in un momento in cui le prospettive di tutela e le risorse a disposizione hanno subito una forte contrazione.
In linea con i dati nazionali che rilevano che il 90% delle donne non denuncia la violenza, anche le donne straniere che non denunciano le violenze o la loro discriminazione costituiscono un numero significativo; questo perché, in alcuni casi, la scelta di chiedere aiuto può comportare il rischio di essere stigmatizzate ed escluse dalla propria comunità di appartenenza o di aggregazione.
Al di là delle attività realizzate, il progetto “Seconde a nessuno” ha contributo ad aprire nuove modalità di collaborazione con la rete delle realtà istituzionali e del privato sociale che si occupano di violenza maschile contro le donne e accoglienza di persone straniere nel territorio di Padova, in un momento in cui le prospettive di tutela e le risorse a disposizione hanno subito una forte contrazione.
In linea con i dati nazionali che rilevano che il 90% delle donne non denuncia la violenza, anche le donne straniere che non denunciano le violenze o la loro discriminazione costituiscono un numero significativo; questo perché, in alcuni casi, la scelta di chiedere aiuto può comportare il rischio di essere stigmatizzate ed escluse dalla propria comunità di appartenenza o di aggregazione.
Nei due anni di progetto sono state 516 le richieste di aiuto al Centro antiviolenza da parte di donne con background migratorio.
"Nei Centri antiviolenza - afferma la presidente del Centro Veneto progetti donna Mariangela Zanni - arrivano da sempre donne di diverse nazionalità (circa il 25 per cento del totale delle donne accolte) e con diversi vissuti di maltrattamenti. Mentre non cambia la metodologia di intervento, cambiano le opportunità che hanno le donne di poter uscire dalla violenza a seconda della loro posizione nella società, o meglio a seconda di quello che la società e il territorio mettono in atto per la protezione e l’empowerment sociale ed economico delle donne".
"Nei Centri antiviolenza - afferma la presidente del Centro Veneto progetti donna Mariangela Zanni - arrivano da sempre donne di diverse nazionalità (circa il 25 per cento del totale delle donne accolte) e con diversi vissuti di maltrattamenti. Mentre non cambia la metodologia di intervento, cambiano le opportunità che hanno le donne di poter uscire dalla violenza a seconda della loro posizione nella società, o meglio a seconda di quello che la società e il territorio mettono in atto per la protezione e l’empowerment sociale ed economico delle donne".
L’assessora Marta Nalin aggiunge: "Con Seconde a nessuno abbiamo raggiunto dei risultati significativi, e ringrazio chi ci ha creduto e ci ha lavorato in questi anni. Grazie a questo progetto abbiamo anche costruito una rete importante, toccando un tema molto delicato e ponendo al cento l’inclusione".
Il progetto è stato finanziato dal Dipartimento per le pari opportunità, con capofila il Comune di Padova, e partner il Centro Veneto progetti donna, il Centro di Ateneo per i Diritti umani "Antonio Papisca" dell'Università degli Studi di Padova, il Comune di Este, l’associazione Arising Africans e la cooperativa Rel.Azioni positive.