Comunicato stampa: dichiarazione del Sindaco sull’avvio di uno studio epidemiologico che misuri le eventuali ricadute sulla popolazione delle emissioni dell’impianto di termovalorizzazione di San Lazzaro
"Lo studio epidemiologico, anche per microzone, che misuri e qualifichi in maniera rigorosa e scientifica le eventuali ricadute sulla popolazione dell’impianto di termovalorizzazione di San Lazzaro, deve partire presto e lo promuoveremo noi come Comune, perché voglio sia il più possibile precisa la perizia con cui verranno elaborati e analizzati i dati.
Lo hanno chiesto i cittadini, i comitati e i gruppi consiliari di maggioranza, la Giunta è concorde e vuole procedere presto perché, come ho sempre detto, su questo progetto proposto da Hera su input della Regione Veneto, per noi vengono prima i padovani e la loro salute: è giusto quindi indagare sui dati tramite uno strumento altamente professionale.
Vogliamo affidarci alla nostra Università patavina come massima garanzia d’indipendenza e qualità dei ricerca. Stiamo ragionando con il Dipartimento di scienze statistiche, come capofila dello Studio; lo stesso dipartimento poi potrà coinvolgere ovviamente la Scuola di Medicina e in particolare il Dipartimento di scienze cardio-toracico-vascolari e il Dipartimento di salute pubblica affinché analizzino a fondo uno studio epidemiologico che fotografi, tramite dati certi le possibili ricadute sui padovani, attraverso la verifica del quadro complessivo negli ultimi 10 anni.
Due le ipotesi di lavoro che vorremmo far procedere in parallelo: da un lato, uno studio sull’effetto dell’inquinamento sulla mortalità per le principali cause di decesso nelle microzone del Comune di Padova. Dall’altro, l’effetto dell’inquinamento sull’incidenza e la prevalenza delle principali malattie, nelle microzone del Comune di Padova.
Il primo studio sarà sviluppato tramite incrocio tra le schede di morte e l’anagrafe sanitaria nel decennio 2010-2019. La seconda parte, più complessa, necessiterà di reinserire Padova nel progetto nazionale sugli studi longitudinali di salute, grazie all’utilizzo combinato delle banche dati correntemente disponibili (anagrafe sanitaria, schede di morte, schede di dimissione ospedaliera) e dell’anagrafe farmaceutica, il tutto da farsi chiedendo la piena collaborazione di Ulss e Arpav.
Questo sarebbe uno strumento molto potente anche per il futuro, perché potremmo andare ad indagare altri ambiti, come ad esempio gli effetti a lungo termine e secondari su quei cittadini che hanno contratto il Covid-19 o anche attuare un monitoraggio territoriale generale e settoriale sulla salute pubblica e il suo evolversi nel tempo.
Come si vede, quindi, stiamo avviando nel concreto il lavoro per attuare i punti che ci ha indicato il Consiglio comunale e su questo progetto andremo a fondo in ogni sede, con buon senso, per tutelare la città e raggiungere i migliori risultati, sempre attendendo il Piano regionale dei rifiuti della Regione Veneto, che dovrà chiarire alla cittadinanza molte cose su come a Venezia immaginino il futuro del ciclo dei rifiuti per quanto concerne il nostro territorio".
Sergio Giordani