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Comunicato stampa: nuovi supermercati e medie strutture di vendita. Il Comune chiede una revisione della legge regionale
05/11/20
Tipo notizia
Comunicati stampa
Ultimo aggiornamento: 07/12/2020
Nuovi supermercati e medie strutture di vendita: il Comune, chiede una revisione della legge regionale in materia e intanto prova a intervenire per mettere ordine con il nuovo Piano degli interventi. L’analisi del sindaco Sergio Giordani e degli assessori all’urbanistica e al commercio Andrea Ragona e Antonio Bressa.
La città cambia pelle giorno dopo giorno e spesso neppure notiamo i cambiamenti in atto, un po' come accade ad ognuno di noi che davanti allo specchio non vede novità, salvo sorprendersi poi davanti ad una propria foto scattata qualche anno prima. Bene, se prendiamo le immagini della città solo di qualche anno fa balza agli occhi la presenza, numerosa e ben visibile di supermercati e medie strutture di vendita, distribuite un po' in tutti i quartieri e limitrofi alle aree residenziali.
Un fenomeno che ha ragioni commerciali, sociali, ma soprattutto legate ad una evidente falla delle norme regionali in materia che di fatto liberalizzano l’apertura di questi punti vendita nel limite di 1500 mq di superficie, togliendo ai Comuni ogni possibilità di governare e indirizzare il fenomeno affinché non abbia ricadute negative sulle città. Il fatto è che 1500 mq permettono l’apertura di punti vendita importanti che hanno un impatto urbanistico significativo, non fosse altro per il traffico che generano. L’impatto maggiore si ha però sui negozi del quartiere, che vendono alimentari e altri articoli reperibili nei supermercati: per questi esercizi già diventa difficilissimo se non impossibile sostenere una concorrenza del genere.
E’ per questo che il Comune, pur volendo naturalmente rispettare il principio cardine della libera concorrenza, ha deciso di provare ad intervenire con tutti gli strumenti normativi in suo possesso, a partire dal nuovo Piano degli interventi.
Un fenomeno che ha ragioni commerciali, sociali, ma soprattutto legate ad una evidente falla delle norme regionali in materia che di fatto liberalizzano l’apertura di questi punti vendita nel limite di 1500 mq di superficie, togliendo ai Comuni ogni possibilità di governare e indirizzare il fenomeno affinché non abbia ricadute negative sulle città. Il fatto è che 1500 mq permettono l’apertura di punti vendita importanti che hanno un impatto urbanistico significativo, non fosse altro per il traffico che generano. L’impatto maggiore si ha però sui negozi del quartiere, che vendono alimentari e altri articoli reperibili nei supermercati: per questi esercizi già diventa difficilissimo se non impossibile sostenere una concorrenza del genere.
E’ per questo che il Comune, pur volendo naturalmente rispettare il principio cardine della libera concorrenza, ha deciso di provare ad intervenire con tutti gli strumenti normativi in suo possesso, a partire dal nuovo Piano degli interventi.
Il sindaco Sergio Giordani su questo tema è netto: "La corsa indiscriminata ad aprire supermercati mi preoccupa parecchio e non mi vede per nulla d’accordo al punto che con la Giunta stiamo studiando tutti gli strumenti per dare uno stop, anche se farlo non è semplice. Sotto i 1500 metri quadri infatti, che per farmi capire dai padovani è un medio supermercato, le leggi regionali ed europee ci legano le mani e come Sindaci possiamo solo autorizzarne l’apertura se la richiesta è formalmente corretta.
Ad oggi quindi non possiamo, come Comune, impedire aperture di supermercati alimentari o non alimentari, se sono sotto questa soglia di superficie. Questa legge, ad ogni livello, va ripensata e cambiarla è una battaglia giusta.
Sopra i 1500 metri quadri, invece, abbiamo alcuni strumenti per negare le aperture e infatti - salvo le autorizzazioni già concesse nei decenni scorsi e che non posso fermare perché perderemmo nei tribunali, a spese dei padovani - ho dato ordine di bloccare tutto: non voglio aprire più nulla di nuovo, alt a tutto ciò che sia nelle mie possibilità fermare.
Ad oggi quindi non possiamo, come Comune, impedire aperture di supermercati alimentari o non alimentari, se sono sotto questa soglia di superficie. Questa legge, ad ogni livello, va ripensata e cambiarla è una battaglia giusta.
Sopra i 1500 metri quadri, invece, abbiamo alcuni strumenti per negare le aperture e infatti - salvo le autorizzazioni già concesse nei decenni scorsi e che non posso fermare perché perderemmo nei tribunali, a spese dei padovani - ho dato ordine di bloccare tutto: non voglio aprire più nulla di nuovo, alt a tutto ciò che sia nelle mie possibilità fermare.
In ogni caso ricordo con orgoglio che nessuna autorizzazione di questo tipo è stata concessa ex novo da quando sono Sindaco della città. Dobbiamo puntare sui negozi di vicinato che sono un presidio fondamentale per rendere i nostri quartieri vivibili da famiglie e anziani; chi ha vissuto per decenni a casa sua, non può essere costretto alla casa di riposo o al trasloco perché si trova il quartiere senza servizi.
Bisogna lavorare sulla rigenerazione di spazi già costruiti ma oggi in disuso o abbandonati. Di consumo di suolo ne abbiamo già troppo a Padova e, salvo operazioni che rispondano per davvero all’interesse pubblico, ora dobbiamo porre dei limiti, perché l’ambiente e la salute di tutti ne risentono.
Sono oltretutto convinto che questa corsa alla concorrenza tra grandi marchi dell’alimentare porterà ad una creazione di una bolla che potrebbe scoppiare a breve, magari lasciandoci scatoloni di cemento vuoti e non riconvertibili, un rischio che non voglio assolutamente correre.
Ma anche per i piccoli supermercati sto facendo studiare dai nostri esperti ogni cavillo con cui sia possibile fermare le aperture: il nuovo piano degli interventi è una buona occasione per questo e abbiamo dato mandato agli uffici di verificare le possibilità di blocco o di forte disincentivazione.
E una sfida dura, ma garantisco ai padovani che le proveremo tutte. Abbiamo già troppi supermercati, ora concentriamoci sul riempire vuoti urbani, sul costruire nuove piazze e strutture per i quartieri, sulla piantumazione di nuovi alberi e sulla creazione di nuove aree verdi".
Bisogna lavorare sulla rigenerazione di spazi già costruiti ma oggi in disuso o abbandonati. Di consumo di suolo ne abbiamo già troppo a Padova e, salvo operazioni che rispondano per davvero all’interesse pubblico, ora dobbiamo porre dei limiti, perché l’ambiente e la salute di tutti ne risentono.
Sono oltretutto convinto che questa corsa alla concorrenza tra grandi marchi dell’alimentare porterà ad una creazione di una bolla che potrebbe scoppiare a breve, magari lasciandoci scatoloni di cemento vuoti e non riconvertibili, un rischio che non voglio assolutamente correre.
Ma anche per i piccoli supermercati sto facendo studiare dai nostri esperti ogni cavillo con cui sia possibile fermare le aperture: il nuovo piano degli interventi è una buona occasione per questo e abbiamo dato mandato agli uffici di verificare le possibilità di blocco o di forte disincentivazione.
E una sfida dura, ma garantisco ai padovani che le proveremo tutte. Abbiamo già troppi supermercati, ora concentriamoci sul riempire vuoti urbani, sul costruire nuove piazze e strutture per i quartieri, sulla piantumazione di nuovi alberi e sulla creazione di nuove aree verdi".
Dello stesso parere l’assessore all’urbanistica Andrea Ragona che sottolinea: "Il problema oggi è soprattutto causato dalla legge regionale che liberalizza di fatto l’apertura di superfici di vendita sotto il 1500 mq, togliendo ai Comuni ogni possibilità di regolare e regolamentare la nascita di queste strutture sul territorio. Chiariamoci: nessuno di noi è a priori contro la grande distribuzione, ma quando scende in campo così massicciamente il primo effetto è l'uccisione del piccolo commercio che anima i nostri quartieri. Il secondo è creare traffico, perché mentre quando vado a comprare il pane o il latte ci vado a piedi o in bici, al supermercato ci vado in auto: un po' perché sono comunque meno capillari che i nostri vecchi casolini, un po’ perché magari penso che, già che ci sono, posso comprare anche altre cose e allora è più comoda l’auto. Non vorremmo poi che in futuro avvenisse quello che è accaduto e accade per le filiali delle banche, tantissime delle quali sono state chiuse lasciando i locali vuoti. Solo che gli uffici della banca sono in qualche modo riaffittabili, i capannoni molto meno.
Il lavoro che stiamo facendo con il nuovo Piano degli interventi va nella direzione di mettere ordine in questa situazione. Abbiamo chiesto ai progettisti di tenere ben presente questo tema e - al netto della legge che liberalizza i supermercati sotto i 1500 metri quadri - di provare, nel disegno urbanistico della città, a rendere più difficile l'apertura di nuove zone commerciali. Non possiamo vietarle, ma forse scoraggiarle e obbligarle a essere coerenti col tessuto circostante sì".
Il lavoro che stiamo facendo con il nuovo Piano degli interventi va nella direzione di mettere ordine in questa situazione. Abbiamo chiesto ai progettisti di tenere ben presente questo tema e - al netto della legge che liberalizza i supermercati sotto i 1500 metri quadri - di provare, nel disegno urbanistico della città, a rendere più difficile l'apertura di nuove zone commerciali. Non possiamo vietarle, ma forse scoraggiarle e obbligarle a essere coerenti col tessuto circostante sì".
Sulla stessa linea anche l’assessore al commercio e alle attività produttive Antonio Bressa che spiega: "La nascita di tutti questi nuovi supermercati sta indebolendo la tenuta dei piccoli negozi, già in difficoltà da diversi anni. Per questo il principio di libera concorrenza non può soverchiare tutto, ma servono strumenti per permettere una crescita equilibrata e sostenibile della città. Se da un lato infatti i nuovi investimenti comportano assunzioni, dall’altro possono portare a chiusure di piccole attività.
In attesa che si ponga mano alla legge che liberalizza l’apertura sotto i 1500 mq si potrebbe ad esempio estendere anche alle medie strutture di vendita inferiori ai 1500mq che comportano un impatto sul territorio l’obbligo che adesso vige solo per le grandi strutture di vendita di versare al Comune delle risorse per sostenere i piccoli negozi. Inoltre non solo adesso con il Covid le persone stanno riscoprendo il piacere di muoversi nel proprio quartiere e proprio per questo stiamo sostenendo l’apertura di nuovi mercati rionali. Ai piccoli negozianti dico di resistere e puntare in innovazione e servizi di prossimità sfruttando tutti i nuovi strumenti tecnologici di promozione e vendita. Noi nel frattempo mettiamo in campo ogni aiuto utile come abbiamo fatto con i plateatici gratuiti e allargati, con la riduzione della Tari e con le iniziative di promozione.
I nostri negozi hanno un valore troppo elevato per non fare ogni sforzo a loro sostegno".
In attesa che si ponga mano alla legge che liberalizza l’apertura sotto i 1500 mq si potrebbe ad esempio estendere anche alle medie strutture di vendita inferiori ai 1500mq che comportano un impatto sul territorio l’obbligo che adesso vige solo per le grandi strutture di vendita di versare al Comune delle risorse per sostenere i piccoli negozi. Inoltre non solo adesso con il Covid le persone stanno riscoprendo il piacere di muoversi nel proprio quartiere e proprio per questo stiamo sostenendo l’apertura di nuovi mercati rionali. Ai piccoli negozianti dico di resistere e puntare in innovazione e servizi di prossimità sfruttando tutti i nuovi strumenti tecnologici di promozione e vendita. Noi nel frattempo mettiamo in campo ogni aiuto utile come abbiamo fatto con i plateatici gratuiti e allargati, con la riduzione della Tari e con le iniziative di promozione.
I nostri negozi hanno un valore troppo elevato per non fare ogni sforzo a loro sostegno".