Comunicato stampa: dichiarazione del Sindaco sulla iscrizione all’anagrafe di un richiedente asilo
"Ma quale ideologia, io sono mosso dal dovere di proteggere in prima persona i cittadini e il Comune che guido, da condanne e rischi di risarcimenti come è già avvenuto in due grossi Enti per pronuncia dei giudici ordinari. I leghisti locali se ne facciano presto una ragione, per me la città e i padovani vengono sempre prima dei partiti, che oltretutto io non ho. Ho fiducia in tutte le Istituzioni anche statali ma il modo per stare al fianco di noi Sindaci è quello di fare leggi chiare, che non mettano l’amministratore davanti a situazioni di estrema difficoltà e che abbiano un solido profilo costituzionale. Non è giusto che ricada sui livelli locali e su dipendenti pubblici l’onere e il rischio di mettere la firma su atti che già due giudici hanno valutato come lesivi di fondamentali diritti della persona. Io sono il primo a difendere la legalità e anche in questo caso ho applicato la legge con tutto il buon senso di cui sono in grado, consigliato da legali ed esperti, altro che disubbidienza! Si faccia semmai più chiarezza là dove si decide, anche confrontandosi con l’Associazione dei Sindaci che esprime da mesi la sua preoccupazione in merito. C’è poi un elementare principio di buon senso e ai padovani vorrei chiedere: vi sentite più sereni se i nostri uffici sanno in maniera rigorosa e senza zone d’ombra chi c’è nel nostro territorio e dove si trova oppure in presenza di “fantasmi” sui quali magari ci imbattiamo solo in caso di disgrazie, reati o rischi per la salute pubblica? Perché proprio a questo serve l’anagrafe, a conoscere per poi monitorare, controllare, prevenire. La risposta mi sembra ovvia e semplice. Io sono sempre al fianco delle Istituzioni e lo sono con un rispetto totale, ma devo rispondere anche alla mia gente e ai dati oggettivi. Quando ci saranno pronunciamenti giuridici definitivi e superiori ci adegueremo, nel frattempo devo tutelare l’Ente con la prudenza che si deve a questioni così delicate".
Sergio Giordani