Comunicato stampa: nota di Lorenzoni e Gallani sul Piano casa in discussione il 26 marzo in Consiglio regionale
Oggi in Consiglio regionale è in discussione il nuovo “Piano casa”, che rappresenta un momento importantissimo per l’evoluzione dei sistemi urbani regionali.
Il piano contiene molte criticità, a partire dal fatto che scavalca completamente la pianificazione comunale, dentro ad una logica che pare poco finalizzata al miglioramento della qualità urbana che si afferma di voler favorire nella legge, qualità che può essere promossa inserendo gli interventi che si realizzano all’interno di una più vasta pianificazione del territorio.
«Con il nuovo piano verranno concessi aumenti volumetrici e deroghe agli strumenti urbanistici comunali senza alcuna scadenza temporale, prevaricando tutte le scelte dei comuni in materia di pianificazione, senza dover rispondere a un piano di sviluppo organico. L’incremento del patrimonio immobiliare, di fronte a una sostanziale stabilità degli abitanti, rischia inoltre di tradursi in un deprezzamento del patrimonio esistente, considerato che gli acquirenti privilegeranno gli immobili nuovi rispetto a quelli già edificati, senza favorire dunque alcun processo di riqualificazione» spiega Arturo Lorenzoni.
«Questo aumento di cubatura mette a repentaglio anche il verde privato, senza alcuna possibilità di intervento da parte del Comune. In questi anni di “Piano casa” abbiamo visto come molti giardini delle abitazioni, grande patrimonio per la salute cittadina ed importante elemento paesaggistico, sono stati sacrificati. Con il nuovo Piano la situazione è destinata a peggiorare» aggiunge Chiara Gallani.
«È necessaria quindi grande cautela nel concedere incrementi di cubatura e di superficie che possono sì favorire alcuni interventi puntuali, ma rischiano di creare disagio ad interi quartieri, di fatto distruggendo valore in tutte le abitazioni vicine che non si avvalgono del piano. Sarebbe necessario escludere almeno i centri storici che non saranno esenti dalla nuova legge e dai suoi effetti: sarà possibile infatti modificarli, con l’unica eccezione degli edifici tutelati. Escluderli sarebbe una misura auspicabile, perché i centri delle nostre città sono prima di tutto il frutto del nostro patrimonio storico e culturale sul quale non si deve speculare. Anche l’edilizia produttiva andrebbe esclusa dall’applicazione del piano, così come andrebbero ridotti in modo sensibile gli incrementi di cubatura previsti nella bozza in discussione. Non ci serve ulteriore densificazione del territorio, non abbiamo bisogni di metri cubi, ma di edifici di qualità e di elevate prestazioni nelle nostre città» conclude il Vice sindaco.