Comunicato stampa: l'assessora Nalin a Roma per la Commissione Immigrazione di Anci
L'assessora Marta Nalin ha partecipato a Roma alla riunione della Commissione Immigrazione dell’Anci che ha esaminato il Decreto immigrazione.
Dalla riunione è emersa una "forte e unanime preoccupazione per i contenuti del provvedimento, di cui si ritiene che non sia stata effettuata la necessaria valutazione in merito all’impatto immediato e di lungo periodo sui territori, anche in termini di ordine pubblico" come ha dichiarato Matteo Biffoni, delegato Anci all’Immigrazione.
Lo schema del decreto presenta diverse criticità per il lavoro degli enti locali: «Mettendo a punto il decreto non si è tenuto conto degli effetti di un provvedimento di tale portata sulla sicurezza sociale dei territori - sottolinea Marta Nalin – L'eliminazione dei permessi di protezione umanitaria, il divieto di iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo, l'accesso allo Sprar riservato solo ai rifugiati, ai titolari di protezione sussidiaria e ai minori stranieri non accompagnati sono elementi che hanno ricadute importanti per gli enti locali, anche a livello finanziario perchè si troveranno a gestire situazioni di povertà senza risorse. Risulta poi evidente una violazione del principio di collaborazione tra istituzioni, in primis tra livelli diversi di governo, dal momento che i comuni non sono stati considerati nella stesura del decreto e nulla si dice rispetto al rapporto con le Prefetture in ordine all’apertura di Cas e Cpr».
Gli elementi di criticità evidenziati sono diversi e vanno nella direzione di limitare le possibilità di accesso ai progetti Sprar, che rappresenta l'unico servizio controllato, rendicontato e monitorato, con equipe professionali, che porta a un inserimento nel mondo del lavoro e nel tessuto sociale (secondo i dati circa il 40% dei beneficiari termina il percorso nello Sprar con un contratto di lavoro). Ad oggi a Padova sono 32 le persone che uscirebbero dal programma Sprar (50 posti).
Inoltre l'abbassamento della retta dei Centri di Prima Accoglienza favorisce i grandi centri che possono applicare economie di scala: «La domanda di fondo è: perché si è deciso di limitare (smantellare) un progetto che funziona? - continua Marta Nalin - La compressione delle strutture di accoglienza e dei servizi che gli enti gestori possono offrire, data la riduzione delle rette, avrà anche conseguenze sull’occupazione di molti operatori che si sono formati nel tempo sull’accoglienza. Cancellando il permesso umanitario si lasciano molte persone nell'irregolarità, togliendo loro anche la possibilità di lavorare. È del tutto irragionevole riempire le città di persone che non possono accedere ai servizi. Nessun comune sarà in grado di gestire questa bomba sociale. Si tratta di propaganda che i cittadini padovani pagheranno caro sulla loro pelle. La narrazione propagandistica fatta di irregolari allo sbando nelle strade, destinati a essere arruolati nelle file della malavita organizzata di ogni provenienza, rischia ora di tradursi in realtà se le disposizioni del decreto dovessero entrare in vigore.Gli effetti di questo decreto, che ricadranno inevitabilmente sugli enti locali costretti ad affrontare situazioni di disagio e marginalità sempre più frequenti con sempre meno risorse, sembrano andare nella direzione esattamente contraria rispetto a quella che i sostenitori di questo Governo dicono di promuovere a livello locale: si aumentano gli irregolari e si favoriscono i grandi hub che creano incertezze e timori nella cittadinanza. Oggi stesso ho scritto ai comuni contermini per informarli sulla situazione e sarà mia cura continuare a tenerli aggiornati».