Contenuto archiviato per fini storici di documentazione.
Comunicato stampa: "Lunare è la luce – Sguardi sedimentati" mostra fotografica di Giorgio Boato
11/06/24
Tipo notizia
Comunicati stampa
Ultimo aggiornamento: 12/07/2024
Lunare è la luce – Sguardi sedimentati è la personale del fotografo di origine veneziana Giorgio Boato, che sarà ospitata dal 14 giugno al 21 luglio 2024 nella Sala della Gran Guardia in piazza dei Signori a Padova.
Realizzata in collaborazione con l’Assessorato alla cultura del Comune di Padova, la mostra propone una selezione di due progetti fotografici, il cui fil rouge è il “tempo sospeso”.
“Lunare è la luce” recita il titolo del primo progetto che comprende due sezioni: la prima dedicata alla luna, con cui il fotografo gioca in una ricerca di improbabili accostamenti, suggestive coincidenze e vere e proprie alchimie fotografiche. Con la luna l’autore ha intessuto da anni un dialogo che scaturisce in simboliche meditazioni fotografiche, incontri di luci o di oggetti che creano nuove realtà. Ma lunare è anche l’atmosfera che accompagna la seconda sezione, dedicata ai “ponti veneziani” immortalati durante il tempo delle zone rosse a arancio della pandemia, quando l’affollata Venezia viveva – invece – di inediti silenzi inframmezzati dal garrito dei gabbiani, di acque ferme e trasparenti svuotate dalla presenza di imbarcazioni. Il “ponte” è l’elemento architettonico e urbanistico scelto per raccontare questo spazio-tempo surreale, realmente vissuto, non solo per la capacità del ponte di descrivere l’assenza umana, ma anche per questo rappresentare un “collegamento” tra dimensioni diverse. La scelta del bianco e nero per questa sezione sottolinea ulteriormente il “tempo sospeso” di quel momento storico, che vedeva svuotati calli, campi, campielli e ponti, isolandoli in una situazione del tutto inedita e appunto “lunare”, portandola fuori dal tempo e dalla storia e rendendola contemporaneamente presente. A distrarre dal “tempo senza tempo” alcune immagini riportano un voluto punctum fotografico che accenna ora ai piedi del fotografo, ora a spizzichi di attrezzature, ora a ombre o rade e rare presenze… il resto è silenzio. Nella sezione “Lunare è la luce” foto in bianco e nero e foto a colori si alternano in un’esposizione che viaggia prevalentemente nella dimensione del piccolo formato (10x15 cm), creando piccole finestre che fermano il tempo e aprono l’immaginazione, il pensiero, l’evocazione, il ricordo. Un puzzle di luci, ombre, chiaroscuri, simboli.
Accanto a queste fotografie, volutamente controcorrente nelle dimensioni, vuote di presenze umane esplicite, che creano “serie” diverse connesse tra loro, Giorgio Boato presenta anche – “Sguardi sedimentati” – un originale progetto fotografico in cui invece la persona – e in particolare lo sguardo – è protagonista. Anche in questo progetto la luce è “lunare", perché coglie il “senza tempo”, attraverso esposizioni lunghe, ovattate. Ecco che in sequenza il punto di unione tra le immagini dei ponti veneziani e i ritratti è proprio la sospensione del tempo: nell’esposizione lunga l’esito fotografico racconta un tempo che… non esiste. Questo progetto comprende fotografie di più grande formato che reinterpretano, per tecnica ed esposizione, quello che agli albori della fotografia era una necessità, ossia l’utilizzo di pose con tempi molto lunghi. L’esito finale è una sorta di sedimentazione di progressive velature, trasfigurando la somma di istanti reali sovrapposti in un tempo “aggiunto”, che non esiste. I soggetti sono uomini e donne in cui lo sguardo è il luogo di sintesi di questo tempo inesistente.
"La mostra di Giorgio Boato – commenta l’assessore alla Cultura, Andrea Colasio – oltre alla riflessione sul tempo riassume tre caratteri della fotografia e del fotografo: il gioco, bastato su intuizione, prospettive ed elementi simbolici; il reportage nello specifico del racconto di una Venezia inedita; le potenzialità del mezzo fotografico".
La mostra, a ingresso libero, sarà aperta dal 14 giugno al 21 luglio 2024, dal martedì alla domenica, con orario 9:30-12:30, 16:00-19:00. L’inaugurazione è in programma venerdì 21 giugno alle ore 17:30 alla presenza dell’autore.
Giorgio Boato, fotografo - fotoreporter
Veneziano di nascita, padovano di adozione, inizia a “scattare” a 11 anni e da allora non ha più smesso, facendo della fotografia non solo la sua passione, ma il suo mestiere: dal reportage alla cronaca, dal ritratto all’architettura, dai beni culturali al tessile… Ha iniziato a collaborare con il Gazzettino e Gente veneta, quindi per 26 anni ha collaborato per il quotidiano nazionale Avvenire, spaziando dalla cronaca alla cultura, curando in particolare la ritrattistica di personalità della cultura e della Chiesa. Le sue foto sono state pubblicate inoltre su Donna Moderna, Gente Money, Oggi, L’unità, Il Giornale, La Nuova Venezia, La Difesa del popolo, La Vita del popolo, Messaggero sant’Antonio, Il Santo dei Miracoli, Famiglia cristiana, La Repubblica, Topolino, Blick (Svizzera); Bild Zeitung (Germania). Fotografie di Giorgio Boato appaiono in cataloghi e volumi d’arte, copertine e quarte di copertine di libri e in intere campagne fotografiche museali.
Quella alla Sala della Gran Guardia è la prima personale a Padova. In precedenza il fotografo ha esposto a Venezia all’interno degli eventi culturali in partecipazione – Beteiligung con il Padiglione Austriaco Austria at the Venice della Biennale Architettura 2023 e a Villorba (Tv) nello spazio che ospita mostre ed eventi culturali della libreria Lovat.