Comunicato stampa: il Comune di Padova aderisce alla Rete Elide per una politica innovativa sulle droghe. Al via il nuovo progetto Legàmi
La Giunta comunale, martedì 10 ottobre, ha approvato l’adesione alla Rete Elide, ovvero la Rete delle Città italiane che si pone l’obiettivo di sviluppare una politica innovativa sulle droghe e avviare una stagione di profonda riforma nelle politiche pubbliche sul tema. Il lavoro della Rete, promossa dai Comuni di Bologna, Milano, Bari, Torino, Napoli e la Città Metropolitana di Roma parte dal presupposto che le città sono ormai da tempo luogo in cui si rilevano cambiamenti delle tipologie di sostanze stupefacenti illegali, oltre che nelle abitudini e nelle modalità di assunzione e utilizzo tra la popolazione. In commercio si trovano sostanze psicoattive sempre nuove e in continua evoluzione, soprattutto per quel che riguarda le cosiddette droghe sintetiche e la doppia lettura del consumo di droghe, fino a oggi prevalente, in termini soltanto di devianza e patologia appare del tutto inadeguata a una lettura del fenomeno, e ciò non consente né di comprendere né di promuovere strumenti e politiche che permettano di affrontare il fenomeno, di arginarlo, di promuovere politiche di supporto oltre che di prevenzione e di contrasto. Per gli amministratori locali si tratta di un fenomeno sociale diffuso, ampio, complesso e radicato nella vita quotidiana di una fetta di popolazione non indifferente e proprio da questo emerge la necessità di ragionare sull’efficacia degli strumenti di analisi, sul senso delle azioni da intraprendere, sulla direzione delle politiche urbane da promuovere in questo contesto, per non circoscriverle solo alla gestione delle “emergenze”, ma per avere strumenti di lettura e di analisi dei fenomeni del consumo. Il Comune di Padova è già attivo sul tema con progetti specifici, come ad esempio Route 4, il servizio di unità di strada per la riduzione del danno e la limitazione del rischio, promosso dal Settore Servizi Sociali con il supporto degli enti pubblico e il coinvolgimento cinque Enti del Terzo Settore: Cosep, Equality, Noi famiglie oadovane contro l’emarginazione, Croce Rossa comitato di Padova e l’associazione Medici in strada.
Durante la prima sperimentazione del progetto, sono state 87 le persone che utilizzano sostanze e che rientrano nel target previsto intercettate, la maggior parte italiane. Di queste una quarantina tra piazzetta Gasparotto, Via Tommaseo e piazza Salvemini e tra loro ci sono nove donne. Ora, sempre in via sperimentale, parte una nuova fase del progetto, denominata Legàmi, rivolta a minori e neo-maggiorenni di fascia d’età stimata tra i 15 e i 23 anni, stranieri e italiani, che fanno uso di sostanze e potrebbero essere vittime di attività criminali legate allo spaccio di sostanze. L’obiettivo generale del progetto Legami è quello di esplorare il fenomeno rispetto all’uso e allo spaccio di sostanze tra i giovani, per avere elementi sufficienti e utili a proporre alternative valide. Inizierà con una formazione specifica ad operatori ed operatrici sociali che lavorano con i minori e alle forze dell’ordine per poi svolgere un’analisi del fenomeno dell’uso di sostanze tra giovani e dello spaccio di sostanze da parte di minori stranieri. Un’azione importante sarà quella di potenziare gli spazi e i luoghi in cui è possibile creare opportunità di aggancio con il target di progetto, così come costruire momenti di sensibilizzazione.
L’assessora al Sociale Margherita Colonnello afferma: “Il fenomeno del consumo di droghe è in continua evoluzione ed è compito delle amministrazioni, insieme ai servizi socio sanitari, monitorarlo e fare prevenzione. Se da un lato è ormai evidente che l’approccio centrato sulla sola risposta repressiva è poco utile a contenere i fenomeni, sia per come li conoscevamo un tempo e ancor di più oggi, dall’altro è evidente come per essere efficaci, le politiche urbane locali che affrontano i fenomeni del consumo di sostanze devono adottare un approccio sociale, di salute pubblica, di mediazione sociale tra i cittadini, promuovendo rispetto e un modello di “sicurezza” centrato su una logica di governo e regolazione sociale dei fenomeni. Il fenomeno della tossicodipendenza e del consumo è purtroppo un dato consolidato delle nostre città ed è necessario ripensare i servizi per rispondere a vecchi e nuovi bisogni e al contempo agire concretamente per arginare il fenomeno, attraverso politiche prima di tutto di informazione, ascolto e accompagnamento. Da parte nostra lo facciamo innanzitutto mettendoci in rete con le altre città italiane, perché le situazioni che registriamo a Padova sono le stesse che si registrano altrove e perché un confronto su questo tema è ormai imprescindibile anche per riuscire ad incidere sulle politiche nazionali. Inoltre proseguiamo investendo sui progetti sperimentali che mettono al centro il benessere e la salute dei più giovani, creando team giovani e capaci di intercettare le situazioni più rischiose, svolgendo allo stesso tempo una importante azione di prevenzione e aumento della consapevolezza”.