Comunicato stampa: discorso del Sindaco in occasione della cerimonia in memoria dell’ispettore della Polizia Filippo Raciti morto in servizio a Catania 15 anni fa
«Autorità, signore, signori
Ricordiamo qui oggi il sacrificio di Filippo Raciti, ispettore capo della Polizia di Stato, morto in servizio mentre cercava con i colleghi di porre fine agli scontri all’esterno dello stadio di Catania durante il derby con il Palermo il 2 febbraio 2007.
Aveva solo 40 anni e ha lasciato la moglie e due figli.
Il dolore e lo sconcerto per quella morte fu forte: sul sito della Polizia i colleghi espressero questa riflessione: “Uno di noi non ce l'ha fatta a tornare a casa dal servizio. Morire è sempre ingiusto ma in quel modo è anche assurdo. È vero, noi abbiamo l'obbligo giuridico di esporci al pericolo. Però era solo una partita”.
Ed è quel “però era solo una partita” che colpisce le nostre coscienze.
Non è ammissibile che uno sport così bello e universale come il calcio sia trasformato a volte in una battaglia con morti e feriti (quella sera oltre a Raciti, che perse la vita, altri 70 agenti furono feriti) anziché in un momento di festa e svago come dovrebbe essere.
Questi gruppi di persone, che approfittano delle partite, per scatenare la guerriglia con gruppi di altre città e contro la Polizia, non sono tifosi, e non sono sportivi. Vanno chiamati col loro nome, teppisti e in alcuni casi delinquenti e come tali trattati.
Le ragioni di questo fenomeno che continua come un fiume carsico a scorrere sotto il palcoscenico scintillante del nostro calcio, sono sicuramente complesse e articolate, vanno comprese a fondo, anche perché molto spesso non hanno nulla a che vedere con lo sport, ma affondano le loro radici in aree dell’estremismo politico e in sacche di disagio sociale.
Non è un caso che emerga frequentemente, in questi contesti, un odio verso le autorità e lo Stato tout court.
Oggi quindi, oltre a ricordare il sacrificio di Filippo Raciti, che è stato giustamente insignito della Medaglia d’oro al valor civile, voglio ringraziare la Polizia e gli agenti che ogni domenica sono impegnati, spesso in situazioni di pericolo, per presidiare i nostri stadi.
Fate un lavoro duro, che è considerato oramai come un inevitabile corollario alle partite di calcio, nell’indifferenza della gran parte dell’opinione pubblica. Anche questo deve cambiare.
Un anonimo cittadino, su un foglio di carta infilato sotto la porta del Commissariato Politeama di Palermo, scrisse in quei giorni una semplice poesia della quale riporto alcuni passaggi:
"Vi regalo un fiore, perché dai fiori nasce l'amore;
un fiore, per tutte le volte che venite chiamati sbirri;
un fiore, perché non esistono solo persone che vi disprezzano;
un fiore, perché per guadagnarsi il pane, non basta più solo lavorare;
….
un fiore perché purtroppo è il massimo che posso permettermi;
solo un fiore, perché per rendervi l’onore che meritate non basterebbero tutti i fiori del mondo"
Parole semplici e forti allo stesso tempo che danno voce al ricordo oggi, qui, di Filippo Raciti e del suo sacrificio».
Sergio Giordani