Eros Borile, Vito Giorgio e Vito Misuraca
Biografia padre Eros Borile
Eros Borile è nato a Monselice (Padova) il 23 dicembre 1955. Ordinato sacerdote nell’Ordine dei Padri Rogazionisti nel 1981, iniziò a occuparsi di formazione dei giovani, collaborando anche con gruppi e associazioni parrocchiali. Nel 1987, dopo la preparazione al CEIAS (Centro Ecclesiale Italiano per l’Africa e l’Asia), si recò in missione in Ruanda, dove assunse l’incarico di Superiore della Comunità Parrocchiale di Mugombwa. Nel 1992 fu nominato Superiore e responsabile socioeducativo della Casa di Nyanza, nella sottoprefettura di Niabisindu, a soli 60 chilometri dal Burundi. Nel 1993 divenne Superiore Maggiore della delegazione del Ruanda.
Nell’aprile del 1994, all’inizio dei massacri, si trovava nel Centro per minori di Nyanza, dove erano ospitati 150 bambini. Padre Eros vi accolse altri 300 ragazzi e disabili di un orfanotrofio della capitale, diretto da padre Vito Misuraca, prete diocesano, parroco di Kigali. In breve, l’orfanotrofio divenne un luogo di rifugio per i perseguitati, trasformandosi in un campo profughi che arrivò a ospitare oltre 1200 persone. A Nyanza tutti venivano accolti: grazie all’azione silenziosa di queste persone, l’orfanotrofio rappresentò l’unica possibilità di salvare i bambini e, con essi, il paese intero. Padre Eros con coraggio, prudenza e saggezza garantì il sostentamento e l’incolumità a molti minori e alle famiglie che lì erano ospitate.
La sua generosità lo fece ammalare. Colpito da una grave forma di malaria fu ricoverato all’ospedale della Croce Rossa di Kabgayi. Dopo le cure fu riportato a Nyanza in discrete condizioni, ma, data la situazione, i due padri non avrebbero potuto reggere a lungo. Il 20 maggio furono raggiunti da padre Giorgio Vito e dal dr. Luigi Mussi, un medico di Varese, amico di padre Eros, che diedero loro il cambio. I due padri poterono così rientrare in Italia, da dove padre Eros lanciò un appello di aiuto alla Federazione Internazionale dei Diritti dell’Uomo - Lega Italiana, per ottenere il rispetto della struttura di Nyanza e l’organizzazione di una missione di evacuazione, dato l’incombente pericolo di rappresaglie. Il 9 giugno, finalmente, le milizie che minacciavano l’orfanotrofio furono sgominate dal Fronte patriottico.
Dopo un breve periodo di ospedalizzazione, padre Eros rientrò in Ruanda e continuò a occuparsi dell’orfanotrofio di Nyanza. Dal 2008 è Superiore Maggiore della Delegazione dell’Africa, con sedi in Ruanda e nella Repubblica del Camerun (si vedano anche le biografie di Vito Giorgio e Vito Misuraca).
Nel 2011 è stato inserito nel Giardino dei Giusti del Mondo di Padova.
Biografia padre Vito Giorgio
Vito Giorgio è nato a Cassano delle Murge, in provincia di Bari, il 29 maggio 1939. Nel 1966 fu ordinato sacerdote nell’Ordine dei Padri Rogazionisti e successivamente si laureò in Lettere Classiche e Filosofia presso l’Università di Padova. Dopo un periodo che, tra il 1967 e il 1978, lo vide impegnato in numerosi incarichi all’interno dell’Ordine, nel 1980 partì per il Ruanda come missionario, stabilendosi nella città di Butare. Gli fu affidata la parrocchia di Mugombwa, area che allora contava una popolazione di circa 70 mila abitanti, e successivamente fu nominato responsabile del Centro di accoglienza e formazione per minori e giovani orfani a Nyanza.
Nell’aprile del 1994, allo scoppio del genocidio, padre Vito Giorgio si trovava momentaneamente in Italia: decise di fare immediatamente ritorno in Ruanda - dove arrivò il 13 maggio, quindi un mese dopo l’inizio del genocidio - per sostituire padre Eros Borile all’orfanotrofio di Nyanza. La situazione di Nyanza era critica: le due fazioni contrapposte si affrontavano nelle vicinanze e anche la scuola era diventata sede di militari e teatro di numerose violenze.
Appena giunto in Ruanda, padre Vito Giorgio acquistò ingenti quantitativi di farina, fagioli e riso con cui sfamò gli ospiti dell’orfanotrofio. Gli aiuti della Croce Rossa sarebbero arrivati solo un mese dopo. Durante tale periodo accolse presso le strutture dell’orfanotrofio più di 800 tra minori e adulti, collaborando con l’allora Console onorario d’Italia a Kigali Pierantonio Costa e adoperandosi, alla fine della guerra, per il reinserimento e il ricongiungimento familiare degli orfani.
Nella speranza di scoraggiare eventuali attacchi contro la sede inventarono, su suggerimento dello stesso console Costa, l’extraterritorialità dell’orfanotrofio, collocando all’ingresso la scritta “Ambasciata d’Italia, consolato di Nyanza”. Tuttavia, i miliziani entravano nella struttura e minacciavano una strage: i bambini si salvarono solo grazie al pagamento di forti somme di denaro procurate da Costa. L’episodio più grave si verificò quando un annuncio di Radio Mille Colline, emittente radiofonica di regime, chiamò a raccolta per un attacco al centro. L’incubo finì il 9 giugno all’arrivo dei soldati del Fronte patriottico.
Nel 1992 padre Vito Giorgio è stato eletto al Consiglio Generale dei Rogazionisti. Tra 1998 e il 2005 è stato responsabile delle attività della Congregazione in Ruanda. Parroco a Padova nella chiesa di “Gesù Buon Pastore”, nel 2019 ha pubblicato il libro Ruanda 1994 - Diario di un genocidio (Il pozzo di Giacobbe, Trapani).
Nel 2011 è stato inserito nel Giardino dei Giusti del Mondo di Padova.
Biografia padre Vito Misuraca
Vito Misuraca nacque a Catania il 12 febbraio 1950. Proveniente da una famiglia numerosa, entrò nel seminario dell’ordine dei Rogazionisti a Messina e fu ordinato sacerdote nel 1976.
Nel 1978 partì per l’Africa con destinazione Ruanda. Giunse a Mugombwa per lo stage pastorale sotto la guida dei padri Pallottini polacchi, prima ancora che vi si fosse stabilita la comunità rogazionista. La sua attività di assistenza spirituale si accompagnava generosamente a un servizio di assistenza medica, per il quale si era preparato frequentando, nel periodo degli studi di teologia, un corso di infermiere. Di indole pratica, seguiva con determinazione e competenza la realizzazione dei progetti nei quali era coinvolto, senza mai scoraggiarsi di fronte alle difficoltà. Nel 1984 fu incardinato come missionario Fidei Donum nella diocesi di Butare. Nel 1988 diventò parroco della parrocchia di Gatare e nel 1990 fondò l’orfanotrofio “Madre del Verbo” nella capitale Kigali.
Durante il genocidio fu ripetutamente minacciato di morte e si rifugiò assieme ai suoi piccoli ospiti nell’orfanotrofio di Nyanza, dove assieme a padre Eros Borile protesse oltre un migliaio di bambini dalla furia dei miliziani. Continuò la sua opera in Ruanda costruendo una chiesa, una casa per religiose, una scuola materna ed elementare e un piccolo ospedale con clinica pediatrica e oftalmologica.
Nel 2004 ha ricevuto in Campidoglio il premio “Educazione e Pace”. Vito Misuraca è mancato a Bari il 22 febbraio 2010. Nel 2011 è stato inserito nel Giardino dei Giusti del Mondo di Padova.