Parchi storici di Padova
Per giardino storico si intende una composizione architettonica e vegetale che dal punto di vista storico o artistico presenti un interesse pubblico. Come tale è considerato alla stregua di un monumento (vivente).
Padova ospita molti giardini storici, esempi di bellezza, cultura e di rigenerante natura.
Il parco Treves fu creato dall’architetto Giuseppe Jappelli tra il 1829 e il 1835 come parco privato dell’attiguo palazzo Treves de’ Bonfili, situato tra la Basilica del Santo e l’ospedale di Padova.
Di stile romantico-all’inglese, nel tempo il Parco ha cambiato più volte la propria fisionomia in conseguenza di diversi interventi e di diversi passaggi di proprietà.
Anche dopo la messa a tutela con vincolo della Sopraintendenza, nel 1940, il parco ha subito modifiche sostanziali fino ad arrivare all’attuale conformazione, determinata dai lavori di restauro eseguiti dal 1996 al 2000.
Tra gli interventi più significativi vanno citati: la rete di camminamenti; il sistema pluviometrico; l’itinerario di lettura con la creazione di segnaletica informativa; la citazione celebrativa dell’originaria pagoda cinese disegnata dallo Jappelli; la creazione di zone di interesse botanico.
Il parco oggi ha una superficie di 9.600 metri quadrati e presenta soltanto tre dei manufatti originali: il tempietto neoclassico, la casa del giardiniere e l’edicola delle cariatidi.
DOVE SI TROVA: via Bartolomeo D'Alviano - mappa
I Giardini dell’Arena sono considerati uno dei primi giardini pubblici nati in Italia all’inizio del XX secolo (anni 1906-1907) come luoghi di piacere e di svago. Conosciuta come “Anfiteatro”, l’Arena, costruita negli anni 60-70 d.C., è una delle poche testimonianze visibili della Patavium romana.
Le sue dimensioni erano imponenti, simili a quelle dell’analoga veronese: all’esterno si contavano ben ottanta arcate e un arco merlato fungeva da ingresso all’anfiteatro. L’edificio subì la fine di molti monumenti romani: caduta Roma, l’incuria e la predazione dei materiali assecondarono il lento ma inesorabile declino del monumento. Verso la fine dell’XI secolo, l’Arena diventò addirittura una vera e propria cava di pietre e marmi, che venivano riutilizzati per costruire altri edifici.
I Giardini dell’Arena rappresentano oggi un esempio di parco romantico inserito all’interno di un’area dove convivono elementi museali, archeologici ed artistici, ben rappresentati dal capolavoro della giottesca Cappella degli Scrovegni, candidata a diventare patrimonio dell’Umanità.
Attualmente, la superficie verde è di circa 30.000 metri quadrati e presenta una forma irregolare, tagliata in due lembi da un breve asse rettilineo alberato e pedonalizzato.
Gli alberi presenti sono 268 e tra le specie più diffuse vi sono il bagolaro (54 esemplari), la magnolia (34 esemplari) e l’acero (23 esemplari).
DOVE SI TROVANO: tra corso Garibaldi, piazza Eremitani, via Porciglia - mappa
Il Parco dei Faggi si trova nel quadrante sud-est della città.
L’area è stata acquistata nel 1970 dal Comune di Padova in seguito al fallimento delle attività economiche dei precedenti proprietari, la famiglia Sgaravatti, che aveva acquistato villa Ferri e il parco circostante nel 1927. Imprenditori nel settore floro-vivaistico, gli Sgaravatti avevano fatto della villa e del parco la sede della loro azienda e il laboratorio dove portare avanti quello che oggi chiameremo il settore ricerca e sviluppo.
Affidando il progetto di qualificazione all’architetto Francesco Mansutti, questa illuminata famiglia di imprenditori aveva così dato vita ad un luogo verde di assoluta qualità, un orto botanico naturale colorato e profumato, nel quale erano “immersi” gli edifici aziendali.
Prendendo possesso dell’area il Comune ha scelto di riutilizzare gli spazi destinando la villa Ferri ad ospitare una scuola media e il magazzino delle sementi una scuola elementare.
Dal 2003 gli interventi proposti e realizzati dal Settore Verde, Parchi e Agricoltura Urbana del Comune di Padova hanno cambiato direzione, ponendo il recupero della memoria e dell’anima del luogo come elemento centrale della riprogettazione dell’area, attraverso la rilettura e la valorizzazione dei segni storici ancora percepibili.
Alla figura di Vittorio Sgaravatti sono stati infatti dedicati i due interventi di riqualificazione fino ad oggi realizzati dall’Amministrazione: il recupero dell’area del bambuseto e della fontana circolare, l’area delle palme all’ingresso del parco e il pozzo.
Oggi il parco ha una superficie di circa 23.500 metri quadrati e poco meno di 500 alberi, che fungono da habitat confortevole per numerose colonie di scoiattoli.
DOVE SI TROVA: via Vecchia - mappa
Posta al centro della seconda piazza più grande d’Europa (Prato della Valle), l’Isola Memmia è un’area di forma ellittica di circa 20.000 mq2, simbolo della città di Padova nel mondo.
Da sempre destinata ad essere spazio pubblico, in epoca romana l’area (antico Campo Marzio) ospitava un teatro e un circo, mentre in epoca medievale e rinascimentale veniva utilizzata per i grandi commerci, le grandi fiere, le parate militari e le pubbliche manifestazioni.
Fu il veneziano Andrea Memmo che diede a Prato della Valle la forma che conosciamo oggi, trovando una geniale soluzione architettonica al problema idraulico esistente, che causava continui allagamenti rendendola insalubre. Memmo progettò infatti un canale a forma di anello in modo da creare una sorta di isola là dove prima c’era una depressione e destinando l’area ad essa circostante all’organizzazione di fiere, mercati e corse di cavalli.
Al centro dell’isola i primi alberi vennero piantati nel 1797, per celebrare simbolicamente la fine della Serenissima.
Dai pochi esemplari appartenenti ad un ristretto numero di specie si arrivò presto al centinaio di alberi -soprattutto platani- del 1963.
In seguito, a causa del cosiddetto “cancro colorato” (un aggressivo fungo patogeno), negli anni ‘90 i platani furono sostituiti da circa 50 esemplari di acero riccio, scelto perché in grado di raggiungere altezze assai inferiori al platano e risultando quindi maggiormente compatibile con la struttura urbanistico-architettonica del Prato, pur continuando a garantire un'adeguata ombra grazie al suo fitto fogliame.
DOVE SI TROVA: Prato della Valle - mappa
I Giardini della Rotonda prendono il loro nome dal monumentale serbatoio idrico alto 36 metri dalla base a forma circolare, detto "Rotonda”, una prestigiosa opera di ingegneria degli anni venti del secolo scorso. Realizzato in cemento armato e con una capacità di 2.000 metri cubi, il serbatoio ha anche una funzione commemorativa, essendo dedicato alle 93 vittime di una bomba austriaca che colpì un rifugio antiaereo nella Prima Guerra mondiale. Venne progettato, infatti, pochi anni dopo la fine del conflitto assieme ad uno dei primi giardini pubblici di Padova, realizzato sfruttando il terrapieno e la sommità del bastione della Gatta.
Il giardino, di stile liberty e decò, ha la forma di una "L", con la parte lunga e stretta composta da cinque terrazze aventi ognuna una fontana al centro e la parte sommitale costruita sul bastione a forma circolare, dove è situato il grande serbatoio d'acqua. Il prospetto est del serbatoio è caratterizzato da una fontana a forma di tempio che esalta la funzione dell’acqua, simbolo e chiave di lettura di questo giardino (il serbatoio, l’iscrizione latina, la fontana del mausoleo, le fontane circolari). L'entrata principale, in piazza Mazzini verso viale della Rotonda, è caratterizzata da un'imponente cancellata in ferro battuto e ghisa, realizzata in stile liberty con elementi geometrici nella parte inferiore, motivi floreali nella parte centrale e laterale ed infine lo stemma del Comune di Padova nella parte superiore.
La superficie totale dell’area verde è di 5.163 mq2 .
DOVE SI TROVANO: piazza Mazzini - mappa
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Pur non essendo comunale, ma appartenendo all’Università di Padova, l’Orto Botanico merita di essere inserito in questa pagina dedicata ai Parchi storici.
L’Orto di Padova, infatti, creato nel 1545, è il più antico orto botanico universitario del mondo, inserito nell’elenco dei siti Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1997.
Detto anche “giardino dei semplici”, poiché destinato inizialmente alla sola coltivazione delle varietà vegetali con virtù medicamentose (chiamate nel Medioevo “i semplici”) usate per produrre i medicamenti, l’Orto padovano costituì un passo avanti fondamentale per la storia della medicina e della scienza botanica e anche un esempio illustre dei canoni estetici del Rinascimento per l’architettura dei giardini.
Fin dalle sue origini, il suo cuore è costituito da uno spazio circolare di oltre 86 metri di diametro con un quadrato iscritto, diviso da due assi ortogonali, orientati secondo le principali direttrici cardinali. Lo spazio interno è suddiviso in più di 1.000 areole di forma quadrata (con lato di circa 50 cm) che ospitano le specie vegetali.
La pianta più antica presente nell’Orto è il famoso esemplare di Chamaerops humilis (palma nana) messo a dimora nel 1585 e che viene conosciuto in tutto il mondo come la palma di Goethe poiché, nel 1786, colpì a tal punto il celebre scrittore tedesco da indurre in lui delle importanti intuizioni sull’evoluzione, pubblicate nel suo “Saggio sulla metamorfosi delle piante” del 1790.
Il 15 settembre 2015 è stato inoltre inaugurato il Nuovo Orto Botanico, ampliamento dell’attiguo orto botanico originale.
L'edificio, a bassissimo impatto ambientale, è lungo 100 metri e alto 18, ed ospita oltre 1.300 specie vegetali in quattro macro-aree che rappresentano diversi climi terrestri: foresta tropicale pluviale, foresta tropicale sub-umida, clima temperato mediterraneo e clima arido.
DOVE SI TROVA: via Orto Botanico - mappa
Riferimenti
Settore Verde, Parchi e Agricoltura Urbana - Comune di Padova