Comunicato stampa: limitazioni alla circolazione, il punto dell'assessora Gallani
Saranno installati da mercoledì, dal Settore Manutenzioni, lungo tutte le vie d’accesso alla città, i 130 cartelli che comunicano le norme 2018-2019 per la circolazione dei veicoli nel quadro delle misure per il contenimento dell'inquinamento atmosferico. Già attiva la messaggistica variabile.
Intanto l’Amministrazione è impegnata nel fornire ai cittadini i dettagli delle limitazioni: «La priorità è quella di dare informazioni complesse in modo chiaro, preciso, visibile - spiega l’assessora all’ambiente Chiara Gallani - Abbiamo cambiato la tipologia di cartelli, grandi e leggibili, perché l’obiettivo non è quello di comminare sanzioni, ma tutelare la salute delle persone. I tempi della Regione, che solo il 26 settembre ha inviato il verbale definitivo, ci hanno però rallentato in maniera decisiva. Rischiare di dare informazioni imprecise su un tema del genere non era possibile. Abbiamo più volte segnalato i ritardi con cui è stata affrontata la questione nel suo complesso».
Le limitazioni, come noto, recepiscono l’Accordo interregionale. Padova, con le altre amministrazioni locali, si è mossa per chiedere alla Regione chiarezza nelle direttive e sostegno nelle politiche: «Se vogliamo restare alla burocrazia - continua l’assessora Gallani - con l'Accordo le Regioni si sono impegnate a prevedere nei propri piani di qualità dell'aria il recepimento delle limitazioni alla circolazione e agli impianti termici. Questo hanno fatto altre Regioni e su questo il Veneto è inadempiente. In assenza, si rimane appesi alla convocazione dell'ultimo minuto per risolvere le contraddizioni delle linee guida».
«Al di là delle questioni burocratiche, che poco interessano i cittadini, la domanda è: abbiamo a cuore la salute dei veneti? Io credo che questa sia la priorità per tutti gli amministratori, come lo credono gli altri capoluoghi di provincia e anche la Regione, non ho dubbi in proposito. Se abbiamo sentito la necessità di raccordarci dopo il Cis (Comitato di indirizzo e sorveglianza), in assenza di verbale e risposte alle questioni sollevate, se amministrazioni di colore diverso, trasversalmente, hanno avuto l'urgenza di lavorare assieme, non è stato solo per risolvere le contraddizioni già poste per scrivere poi l'ordinanza, ma per lavorare positivamente. L'accordo, a fronte di limitazioni "straordinarie", prevede anche e soprattutto azioni positive e su queste, ammettiamolo serenamente, è stato fatto poco o nulla. Il conflitto, sano, è derivato da un'urgenza. Abbiamo messo nero su bianco una serie di punti comuni: ripartiamo ora da quelli, ma non solo, e non aspettiamo un altro anno. Ricordiamoci che l'accordo è via via più stringente e non dobbiamo lasciare soli i cittadini. Oggi ci siamo trovati in ritardo su molte cose, l'auspicio è che dalle richieste dei capoluoghi la Regione colga la necessità di lavorare assieme per il prossimo futuro».
Quello che chiedono le amministrazioni è che accanto ai blocchi ci sia una politica di investimenti: «L’assessore regionale parla di ingenti stanziamenti, ma non si tratta di soldi per investimenti mirati su quanto prevede l'accordo - conclude Gallani - Regioni di ogni colore, come Emilia Romagna e Lombardia, si sono impegnate in maniera importante mettendo risorse sul trasporto pubblico e sugli incentivi alle rottamazioni di auto, sia private che commerciali, e caldaie. L’Emilia Romagna ha previsto quattro milioni di euro solo sugli incentivi alla rottamazione dei veicoli commerciali oltre a creare una serie di agevolazioni per gli abbonamenti del tpl, la Lombardia ha stanziato 7,8 milioni per migliorare il parco auto. Nel 2016 la Regione Lombardia ha stanziato per i servizi aggiuntivi di trasporto pubblico 145,3 milioni, mentre il Veneto 18,5. Nel periodo 2006-2016 sono stati 985,1 milioni per la Lombardia e 97,15 milioni per il Veneto (dati elaborati da Pendolaria su fonti regionali). Non vogliamo essere da meno. Lo stesso ministro Costa ieri si è impegnato a liberare risorse in questo senso. Come Comune di Padova abbiamo messo 150 mila euro in incentivi, raddoppiando quelli per gli impianti termici (passati da 50 a 100 mila). Ma da soli possiamo fare poco. Chiediamo che anche il Veneto si metta in linea con le regioni più moderne e attente a queste problematiche».
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