Comunicato stampa: il Sindaco interviene sulla circolare del Ministero dell’Interno che indica nuove modalità di esecuzione degli sgomberi di immobili occupati
La circolare inviata ai Prefetti dal Ministero dell’Interno, in base alla quale gli immobili occupati vanno rapidamente censiti e gli sgomberi effettuati tempestivamente "rinviando alla fase successiva ogni valutazione in merito alla tutela delle altre istanze" (delle persone sgomberate ndr), preoccupa non solo il sindaco Sergio Giordani ma tutti i sindaci italiani che affidano al presidente dell’Anci Antonio Decaro i loro timori e le loro perplessità. Decaro infatti sottolinea che “non è possibile cambiare la legge 14 del 2017, che prevede la concertazione tra Comuni, Forze dell’ordine e Regione, con una semplice circolare” e che questa modalità di gestione degli sgomberi di immobili occupati rischia di creare situazioni esplosive come quella dello scorso anno nella quale la Polizia, a Roma, utilizzò gli idranti per allontanare da piazza Indipendenza i migranti. Decaro si aspetta invece “iniziative che risolvano l’emergenza abitativa” anche alla luce del fatto che “ci sono fondi bloccati in attesa che Stato e Regioni si mettano d’accordo”.
Il sindaco Sergio Giordani segue con attenzione la situazione e spiega: «Preoccupano i toni e le indicazioni della nuova circolare in merito agli sgomberi degli immobili rilasciata dal Ministero dell’Interno: l’impressione è che si voglia agire per veicolare un messaggio tutto mediatico, salvo poi lasciare soli i sindaci e le comunità locali ad affrontare conseguenze pesanti sotto tutti i punti di vista. La legalità è un principio importante e che mi è molto caro, ma chi vive il territorio ogni giorno e si confronta con l’emergenza abitativa, sa bene che il tema è delicatissimo e va affrontato con buon senso e una gestione intelligente. Dire ai Prefetti che la priorità è mettere per strada la gente e poi si vedrà come gestire situazioni di fragilità, vuol dire potenzialmente costruire un esercito di disperati e persone fragili di cui poi dovranno farsi carico le amministrazioni locali in termini di accompagnamento e risorse. Queste direttive, se non sono dotate di fondi per la gestione delle marginalità sociali, porteranno solo ad aumentare degrado, disagio sociale e insicurezza diffusa. Lasciare e anzi, come parrebbe, incoraggiare la modalità per cui si agisce senza consultare i Sindaci e gli operatori sociali è grave. Veniamo da una crisi prolungata che ha lasciato strascichi pesanti con situazioni di povertà estrema che si palesano a partire dalla casa che, lo ricordo, è una esigenza primaria e una questione di dignità delle persone. Procedere in maniera indiscriminata, lo ripeto, può portare a gravi conseguenze per tutta la comunità di Padova e un aumento del conflitto sociale, specie nei quartieri più sensibili. Serve agire con buon senso, e quando si tratta delle persone, non farne mai questione politica. Serve aumentare a livello governativo i fondi a disposizione dei Comuni per il supporto sociale delle famiglie in crisi e investire per rigenerare le periferie, due ambiti diversi, ma strettamente connessi.
A Padova non voglio far pagare prezzi ai padovani, e vogliamo che le cose siano gestite con intelligenza, equilibrio e prudenza. Per questo avevo già in animo di affrontare il tema dell’emergenza abitativa per le famiglie padovane in difficoltà. Trovando soluzioni innovative, accelerando le modalità di assegnazione, recuperando nuovi immobili da usare per i padovani fragili. In questo lavoro, che faccio con l’assessora al sociale Marta Nalin, mi farò affiancare da un apposito gruppo di lavoro che ha il compito di arrivare in qualche mese a una strategia e ad azioni concrete per politiche efficaci e che guardino lontano. Per questo ho delegato i consiglieri comunali Anna Barzon, Antonio Foresta e Daniela Ruffini ad affiancarmi nella costruzione di questo piano che poi nei tempi più brevi metteremo in pratica».
L’assessora al sociale Marta Nalin sottolinea: «I problemi complessi, come è questo delle occupazioni di immobili, strettamente legato all’emergenza abitativa e alla crisi che negli anni scorsi ha colpito tante famiglie, non si può risolvere partendo dalla fine, con semplificazioni e slogan. Bisogna intervenire sulle cause e agire come indica la circolare, rischia solo di ingigantire i problemi. Pensiamo solo, per fare un esempio, all’ambiguità del ruolo che si immagina per gli assistenti sociali, dei quali va anche rispettata la professionalità. Se quanto previsto dalla circolare fosse confermato, come Comuni ci troveremmo senza il tempo necessario, e senza le risorse per programmare e realizzare le soluzioni necessarie per aiutare queste persone ad uscire dalla situazione di difficoltà in cui sono».