Loggia della Gran Guardia
indirizzo: piazza dei Signori, all'angolo con via Monte di Pietà - Padova
nei pressi: Orologio Astrario, piazza dei Signori, Reggia Carrarese, Duomo e Battistero e piazza del Duomo.
All'angolo della strada che porta da piazza dei Signori al Duomo, in passato centro di confluenza del più importante sistema viario, vero cuore della città, sorge la Loggia del Consiglio, perché qui si riuniva il Maggior Consiglio della città in seguito all'incendio del Salone nel 1420.
L'elegante edificio rinascimentale di impronta lombardesca, fu progettato da Annibale Maggi da Bassano, ultimo rappresentante di uno stile ancora quattrocentesco, nei ritmi e nelle decorazioni, che aveva dominato a Padova alla fine del XV secolo.
L'edificio viene comunemente chiamato Gran Guardia perché utilizzato come comando militare durante la dominazione austriaca.
La Loggia, per l'armonia delle proporzioni e la sobria eleganza, è la più classica e compiuta rappresentazione del nuovo Rinascimento, vero capolavoro dell'architettura locale del periodo di transizione tra il '400 e il '500, caratterizzato dalle particolari decorazioni dei piedistalli e dall'uso di marmi policromi di chiaro gusto lombardesco.
Nel 1496 il Maggi ne seguì i lavori, che negli anni successivi procedettero lenti e faticosi, spesso interrotti da lunghe pause. Sospensioni dovute sia a problematiche economiche che agli eventi bellici del 1509, con l'assedio di Padova da parte delle truppe di Massimiliano durante le tragiche giornate della guerra di Cambrai.
I lavori ripresero poi nel 1516 sotto la guida del ferrarese Biagio del Bigio e in seguito nel 1530 da Giovanni Maria Falconetto che, unitamente ai lavori della Torre dell'Orologio, intervenne nella nuova configurazione di rinnovamento di piazza dei Signori.
Un'ampia gradinata immette nella Loggia del Consiglio, che si apre con sette arcate a pieno centro nella facciata e due ai lati, impostate su colonne e su pilastri angolari.
Nella loggia, con soffitto a travatura e ornato di svecchiature marmoree e di stemmi, si apre a sinistra nel fondo la porta da cui si accede, con un ampio scalone interrotto da un pianerottolo, alla sala superiore.
La grande sala è ornata da un soffitto a lacunari (riquadro decorato del soffitto) di Giovanni Paolo da Venezia e Girolamo dal Santo, da una serie di affreschi lungo le pareti longitudinali, inoltre da una tela nella parete sopra il banco ove sedeva il Maggior Consiglio.
Gli affreschi del 1667, attribuiti al bolognese Pier Antonio Torri, vogliono rappresentare episodi leggendari e storici di Padova, tra cui la Fondazione della Città ad opera di Antenore, la vittoria riportata dai Padovani sulla flotta del re spartano Cleonimo, il Suicidio di Trasea Peto.
La tela della parete orientale, raffigurante Padova tra la Giustizia e la Sapienza, è opera di incerto pittore del '700, forse Giulio Girello, autore rinomato all'epoca proprio per questo genere di scene celebrative a carattere ufficiale. Sostituisce la più famosa tela eseguita da Domenico Campagnola nel 1537, ora al Museo Civico.
La Loggia del Consiglio dal 1866 fa parte del patrimonio municipale ed è stato destinata ad iniziative di carattere prevalentemente culturale.
Le operazioni di restauro di questi ultimi anni hanno riguardato essenzialmente le facciate su piazza dei Signori e su via Monte di Pietà, sia dell'edificio della Gran Guardia che della Casa del Boia, con interventi che hanno toccato svariati aspetti della struttura.
Molti e impegnativi sono stati i lavori di risanamento dell'edificio che, con attenzione minuziosa, hanno interessato la copertura del salone, la travatura, il rinforzo della muratura del sottotetto e delle strutture murarie in genere, la sostituzione degli infissi e l'adeguamento degli impianti e dei servizi.
La Loggia del Consiglio nella compagine di piazza dei Signori torna ad essere simbolo della città culturale, punto di incontro o di passeggio per i cittadini e turisti, come rappresentato in tante illustrazioni anche ottocentesche.
Costituisce un elemento significativo della storia e dell'architettura inserito in un contesto gioioso che la piazza regala ogni giorno con i colori e la vitalità del mercato.