Palazzo del Bo
indirizzo: via VIII Febbraio, 2 - Padova
siti utili: www.unipd.it.
nei pressi: di fronte Palazzo Moroni e nelle vicinanze Caffè Pedrocchi, Chiesa San Canziano, Palazzo della Ragione, piazza Antenore, piazza delle Erbe e piazza dei Frutti.
La sede storica dell'Università di Padova, un ateneo prestigioso che ospitò personaggi illustri, come Galileo, Copernico, Papa Sisto IV, Stefan I Bathory (re di Polonia), Ippolito Nievo, Giovanni Battista Morgagni (fondatore dell'anatomia patologica) e William Harvey (che con quanto appreso nel corso dei suoi studi a Padova scoprì la circolazione del sangue), sorge al centro della città tra il Caffè Pedrocchi e il Municipio.
Viene popolarmente chiamata il Bo perchè realizzata inglobando un antico albergo che aveva appunto il bue come insegna (hospitium bovis) trovandosi accanto ad alcune macellerie.
I primi documenti accademici risalgono al 1222, anche se non si può dare una data certa alla fondazione, in quanto nacque come Universitas Studentium, aggregazione spontanea di studenti e docenti.
Anticamente lo Studio Padovano era costituito da due università: quella per gli studenti che venivano dall'estero (Università degli ultramontani) e quella per gli studenti nostrani (Università dei citramontani).
Nel 1399 l'ateneo venne invece diviso solo sulla base delle materie di insegnamento e si vennero quindi a costituire l'Università degli artisti (filosofi e medici) e l'Università degli studenti di Giurisprudenza.
Gli studenti accorrevano numerosissimi a Padova per la fama dei professori e anche per le buone condizioni di vita, quali l'esenzione dalle tasse, gli alloggi decorosi e i prestiti ad interessi ridotti. All'Università di Padova, che fu la prima in Italia e in Europa ad accettare gli studenti di religione ebraica, la presenza di studenti stranieri fu inoltre favorita per l'uso del latino come lingua franca.
Gli studenti di lingua tedesca, che costituivano il gruppo più numeroso, avevano tra l'altro la libertà di aderire al culto protestante e laurearsi senza convertirsi alla fede cattolica, come invece prescriveva una bolla papale.
A partire dal 1492 le varie scuole sparse per la città furono riunite nell'attuale sede che venne ampliata con l'acquisto dei palazzi adiacenti, fino ad occupare tutto l'attuale isolato.
I lavori principali ebbero luogo tra il 1542 e il 1601 e furono iniziati da Andrea Moroni e continuati, alla sua morte nel 1560, da Vincenzo Scamozzi.
L'ala su Riviera dei Ponti Romani è opera dell'aretino Guido Fondelli (1922), mentre la parte porticata, che guarda via S. Canziano, nel XIV secolo ha incorporato il Palazzo dell'antica famiglia Capodivacca.
Entrando dalla Porta della Vacca troviamo il cortile nuovo, ristrutturato tra il 1939 e il 1945.
Il Cortile Antico, sovrastato dall'alta torre medioevale dell'orologio, è un elegante chiostro cinquecentesco che fu attribuito ad Andrea Moroni, ma assegnato da altri al Sansovino.
Il cortile, l'atrio, le scale, le logge e le sale sono completamente rivestite all'interno da stemmi collocati da studenti e professori che frequentarono l'Ateneo dal 1542 al 1688.
Dalla loggia superiore possiamo accedere alla Sala delle lauree di Medicina, del XIV secolo.
A nord ovest il famoso Teatro Anatomico, il primo in Europa, ideato nel 1594 dal celeberrimo patologo Girolamo Fabrizi d'Acquapendente, e inaugurato nel gennaio del 1595.
Il teatro, unico nel suo genere, anche perché solamente qui si potevano sezionare cadaveri a scopo scientifico, è composto da sei piani ellittici in legno, capaci di 300 posti a sedere, che si alzano intorno al tavolo anatomico.
A nord-est la Sala dei Quaranta, così denominata per i quaranta ritratti di studenti stranieri illustri, dove si trova la cattedra di legno dalla quale Galileo Galilei avrebbe insegnato matematica e fisica dal 1592 al 1610.
Subito dopo l'Aula Magna con il prezioso soffitto affrescato dal Carlini nel 1854.
La parete di fondo dell'aula, con i seggi del Senato Accademico, fu invece ricostruita nel 1942 su disegni di Giò Ponti, autore anche della basilica.
Dalla Basilica, decorata con mosaici, affreschi e statue di autori contemporanei, si accede alla Sala del Collegio Accademico con scaffali scolpiti, colonne e arredi lignei un tempo della Biblioteca del Monastero di Santa Giustina.
Il portone "atrio della morte" viene così denominato per un'antica usanza che sembra non avere riscontro in altre Università italiane secondo la quale da qui accedono, ancora oggi, i cortei che onorano i feretri dei professori che, posti nel mezzo del cortile antico, vengono sollevati tre volte in alto da otto studenti mentre la campana diffonde i suoi mesti rintocchi.
Sulla piazza antistante, il monumento a Galileo di Giò Pomodoro (1996).
Oggi il Bo ospita il rettorato e la facoltà di giurisprudenza.