Tradizioni
L'Università e il Santo sono sempre stati due punti di riferimento fondamentali per la città.
Non stupisce quindi che le tradizioni più forti che ancora permangono in città facciano in qualche modo riferimento all'una o all'altro.
Padova è uno dei pochi posti in Italia in cui la vita universitaria di ciascuno è ancora segnata non solo dalla personale evoluzione culturale, ma anche da precisi rituali che si riproducono dall'epoca medievale.
Certo non tutti gli studenti faranno parte delle Confraternite Goliardiche, i cui membri si possono notare nei giorni dei festeggiamenti per l'apertura dell'Anno Accademico (i primi giorni di novembre) o per celebrare i moti dell'8 febbraio, passeggiare tranquillamente per la città coperti da mantelli e con in testa la tradizionale "feluca" (il copricapo di origine rinascimentale che così fu battezzato proprio dagli studenti padovani) nei colori della propria facoltà.
Ma per tutti ci sarà il rituale del "papiro", dell'alloro e degli sberleffi al conseguimento della laurea.
I "papiri" sono dei grandi fogli di carta in cui gli amici ritraggono i laureandi e momenti salienti della loro vita in maniera caricaturale, con vignette e testi umoristici, il più delle volte con espliciti e non sempre realistici riferimenti sessuali.
Questi manifesti di cattiva condotta vengono appesi nei luoghi normalmente frequentati dalla "vittima" che dovrà anche leggerne il contenuto ad alta voce, spesso con imbarazzo, durante i festeggiamenti.
Si tratta di una tradizione tipicamente padovana e si rifà all'abitudine dei primi laureati di laciare un ricordo del proprio passaggio in forma di stemma, come quelli che si possono ancora ammirare nel Cortile Vecchio del Palazzo del Bò.
Oltre al papiro gli ormai ex- studenti devono anche sottoporsi ad una serie di sberleffi pubblici che possono andare dal canto del tradizionale "Dottore, dottore,...." , alla passeggiata in mutande (letteralmente).
Dietro l'umorismo un po' greve tipico della goliardia, emerge il chiaro messaggio che la laurea sia certamente un punto di partenza, non un traguardo, e un richiamo all'umiltà.
L'8 febbraio l'Università ricorda lo scoppio dei moti studenteschi del 1848 che portarono all'insurrezione cittadina contro l'Austria-Ungheria.
Per ricordare la liberazione dei prigionieri politici dalle prigioni del Castello Carrarese, gli studenti universitari (normalmente le matricole) vanno a "liberare" gli studenti di alcune scuole superiori. Negli stessi giorni si celebrano anche con abbondanti libagioni e con gare tra gruppi goliardici le Feriae Matricolarum.
Ironiche e tramandate fin del tempo delle lotte tra Comuni anche le filastrocche in rima sulla natura degli abitanti delle diverse città del Nordest.
La più nota è certamente:
Veneziani, gran Signori;
Padovani, gran dotori;
Visentini, magna gati;
Veronesi ... tuti mati;
Udinesi, castelani
co i cognòmj de Furlani;
Trevisani, pan e tripe;
Rovigòti, baco e pipe;
i Cremaschi fa coioni;
i Bresàn, tàia cantoni;
ghe n é ncora de pì tristi …
Bergamaschi brusacristi!
E Belun? Póre Belun,
te se proprio de nisun!
Cioè:
Veneziani, gran Signori;
Padovani, gran dottori;
Vicentini, mangia gatti;
Veronesi, tutti matti;
Udinesi, castellani,
col cognome di Friulani;
Trevigiani, pane e trippe;
Rovigotti, vino e fumo;
i Cremaschi, sciocchi;
i Bresciani, infidi;
e ce ne sono ancor di peggio…
i Bergamaschi senza... Dio!
E Belluno? Povero Belluno,
sei proprio di nessuno!
Non solo dottori a Padova: molti sono i protagonisti illustri che hanno gravitato in città. E molti altri sono i detti e proverbi tuttora in uso.
Di tutt'altra natura la tradizione legata al Santo che si concretizza in una grande processione cittadina che vede schierate non solo i fedeli, ma le rappresentanze delle antiche "fraglie", cioè le corporazioni artigiane a seguire la statua di Sant'Antonio il 13 giugno di ogni anno.
In occasione della festa si allestisce anche, nelle zone adiacenti la Basilica e in Prato della Valle, la Fiera del Santo, il tradizionale mercato e si chiudono le attrazioni del luna park che ha allietato i bambini nelle settimane immediatamente precedenti.